Oggi Il Manifesto pone questa falsa alternativa: «Sovranità popolare o della finanza?» Il quotidiano luogocomunista fa naturalmente riferimento all’inattesa e «tragica» decisione (peraltro ancora tutta da vagliare e confermare) di Papandreu di sottoporre a referendum il piano di salvataggio che la Germania e la BCE hanno imposto alla Grecia.
La svolta politica annunciata dallo statista progressista greco per un verso rispecchia in modo esemplare la grave spaccatura che si è realizzata nel seno della classe dominante non solo del suo Paese, ma di tutti i Paesi dell’Unione a moneta unica (è soprattutto il caso della Germania, “europeista” per necessità); e per altro verso risponde al tentativo della classe dirigente greca di dare una più larga base di consenso sociale a scelte politiche che in ogni caso, default o meno, fuoriuscita della Grecia dall’UE o meno, si annunciano pregne di lacrime e sangue.
Come mi è capitato di scrivere altre volte, nella Società-Mondo del XXI secolo la Sovranità non sta nella Finanza, concepita come sterco del Demonio e capro espiatorio dell’attuale crisi economico-sociale (come peraltro avvenne dopo il Grande Crollo del ’29); né in non meglio specificati «mercati»: essa insiste negli interessi sempre più totalitari e stringenti dell’economia capitalistica tout court, concepita nella sua irriducibile totalità finanziaria-industriale. Con tutto ciò che necessariamente ne consegue sul piano della politica, delle istituzioni nazionali e sovranazionali e dei rapporti interimperialistici. Il resto è ideologia.
Chi non vuole collaborare alla salvezza del cosiddetto «Bene Comune», il quale in questa società corrisponde al bene della classe dominante, deve guardarsi da ogni discorso populista, demagogico, soprattutto quando viene rivestito con parole democraticamente corrette. Mai come in tempi di crisi economico-sociale la democrazia mostra la sua vera natura di forma politico-istituzionale-ideologica al servizio del dominio sociale. Senza poi dimenticare che la democrazia è capacissima di alternare carota e manganello. Checché ne pensi la buonanima di Carl Schmidt
Nel momento in cui in Grecia si alimenta, in chiave demagogica e antitedesca, il ricordo dell’occupazione nazifascista del Paese, forse non è fuori luogo ricordare come i plebisciti popolari abbiano punteggiato la sanguinosa storia del secolo breve. I lavoratori europei non devono morire né per Danzica, né per Atene né per il Capitale.