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DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO
Capire la genesi della ricchezza sociale per capire la crisi
Nostromo IV, 2012, 308 pagine
A quattro anni dal suo ingresso in scena la crisi economica internazionale non sembra proprio intenzionata a togliere il disturbo, anzi, col passare del tempo sembra averci preso gusto a impazzare sulla scena sociale, e mese dopo mese non smette di sorprenderci con le sue inquietanti performance. Capire come nasce il nostro simbolico “pane quotidiano” significa individuare le cause dell’attuale crisi in modo di mettere un valido strumento di lotta politica nelle mani di chi non vuole capitolare.
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LO SCOGLIO E IL MARE
Riflessioni sulla sconfitta della Rivoluzione d’Ottobre (1917-1924)
Nostromo III, 2011, 224 pagine
E se, nella storia, non ci fosse mai stato alcun “comunismo realizzato”? È la tesi originale sostenuta in questo libro che fa i conti con la madre di tutte le rivoluzioni del XX secolo: la Rivoluzione d’Ottobre. Nel momento in cui la crisi economico-sociale che investe il pianeta evoca chimerici “Nuovi Mondi Possibili” e fa straparlare di “Rivoluzioni” e “Primavere”, questo saggio mostra di essere assai più puntuale di quanto non sembri a prima vista.
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L’ANGELO NERO SFIDA IL DOMINIO
Appunti di filosofia politica
Nostromo II, 2011, 224 pagine
Politica, Sovranità, Legalità, Diritto, Libertà, Legittimità, Violenza, Nemico, Civiltà: come si declinano questi fondamentali concetti nella Società-Mondo del XXI secolo? D’altra parte, la crisi sociale epocale nella quale siamo immersi ha generato una serie di “inaspettati ritorni” (basti pensare al “ritorno dello Stato-Nazione” nel cuore della Vecchia Europa, o al ritorno della “Rivoluzione” nei paesi arabi) che meritano una lettura non superficiale né di mera contingenza. È quello che si propone questo saggio.
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TUTTO SOTTO IL CIELO – del Capitalismo
Alle origini del boom economico cinese
Nostromo I, 2012, 204 pagine
Che sia proprio la Cina, un tempo paradigma dell’arretratezza e della stagnazione sistemica di una civiltà, a recitare oggi un ruolo centrale nell’economia globalizzata, ci suggerisce che indagare le ragioni dell’eccezionale successo della Prima Rivoluzione Industriale e dell’incredibile insuccesso che fu il mancato decollo capitalistico della Cina nel momento in cui “sarebbe potuto accadere”, può aiutarci a comprendere la dinamica generale della modernizzazione capitalistica.
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Grazie, Sebastiano. Lo leggerò con fatica e piacere.
Grazie a te. Ciao!
sto finendo “Dacci oggi…”
bravo! mi è piaciuto
quello che non mi convince del tutto è che mantieni un pò rigidamente la sovapposizione borghesia-capitalismo. La sua funzione di agente storico della megamachine è a mio avviso finita, e si prepara l’avvento della global-class (tanto per specificare da chi prendo il concetto) con caratteristiche diverse dalla borghesia europea, la cui coscienza infelice però è probabilmente la maggiore e più pericolosa contraddizione “in quanto umanistica” intrinseca nel capitalismo (da cui Marx e Lenin, per capirci) Persone provenienti dalla classe dominante (e che pensano la totalità dei rapporti reali) che saprebbero governare il potenziale rivolgimento dialettico. ci dedicherei un capitolo, se ne fossi capace
il tuo punto di vista umano -umano/disumano (che immagino venga da una concezione a-specifica della natura umana) rischia però di essere letta come categoria morale antinomica piuttosto che come intero dialettico, se non specifichi
ma questi sono dettagli – complimenti
Intanto ti ringrazio per i complimenti. Sapere che “non mi sono scritto addosso”, ma che ho sviluppato concetti interessanti, anche se in modo e da una prospettiva non del tutto condivisibili, è sempre una consolazione. Per quanto riguarda la sovrapposizione che lamenti, qui dico solo che uso il termine borghesia più nella sua accezione storica (classe portatrice del nuovo rapporto sociale, e quindi della nuova realtà storica plasmata interamente dal Capitale), che nella sua dimensione immediatamente empirica. Per ciò che concerne il mio “Punto di vista umano”, se vuoi approfondirlo ti consiglio di compulsare, quando e se ne avrai voglia, il mio Angelo Nero, o altri scritti brevi che facilmente trovi sul Blog. Posso dirti che nella mia intenzione la tensione dialettica tra non-ancora-uomo e uomo (attualità-possibilità, passato-presente e futuro) è ostile alla categoria da te prospettata. Ma qui intendo solo ringraziarti per l’interesse e i complimenti. Ciao!
grazie per la risposta, hai ragione possiamo chiamarla come ci pare la classe dominante: sempre di quello specifico dominio si tratta
scusa se approfitto della tua pazienza
ma tu, quando Marx parla del capitalismo come “potenza sociale”, come la interpreti questa potenza ?
Come una prassi sociale la cui direzione e i cui prodotti materiali, spirituali e financo psichici per l’essenziale sfuggono (marxianamente, hegelianamente e anche freudianamente) al controllo degli individui che pure ne sono i protagonisti assoluti. Il predominio sulla nostra esistenza di un mondo che pure creiamo sempre di nuovo con le nostre mani e con la nostra testa credo che a giusta ragione possa fondare il concetto di Potenza sociale in tutta la sua estensione esistenziale, che esubera di molto il mero ambito economico. Come vedi i concetti di estraniazione e alienazione stanno al centro della mia interpretazione. «Si è tutti sotto il dominio di un potere disumano», scriveva Marx nei Manoscritti del 1844, e aggiungeva che «ciò vale anche per i capitalisti». L’oggettivazione di un mondo che non controlliamo nei suoi presupposti e nei suoi meccanismi essenziali, e che anzi subiamo come individui controllati ed eterodiretti, è la prassi capitalistica dell’alienazione. Come avrai notato, io scrivo quasi sempre Capitale con la maiuscola; ebbene non si tratta solo di una frivolezza stilistica, quanto soprattutto di una sorta di suggerimento a prendere molto sul serio quella «categoria economica» come Potenza Sociale a tutto campo: Potenza materiale, ideologica, psicologica e perfino teologica. Inutile dire che quest’ultimo aspetto ha nella forma Denaro la sua più compiuta e feticistica espressione, e non a caso l’uomo con la barba (Marx, non Dio!) civetta molto con la religione cristiana quando, nel primo libro del Capitale, introduce i concetti di merce e di denaro. Ti ringrazio ancora per l’attenzione!
esaudiente
un saluto