FRANCESCO 2.0, IL “POPULISTA”…

526px-Giotto__Predella_3Nel nome è il suo destino, dicevano gli antichi. Quel nome è tutto un programma, dicono i contemporanei. In effetti, «il successore di Pietro» non avrebbe potuto scegliere per il suo pontificato un nome più suggestivo, evocativo, fin troppo carico di simbolismi e di rimandi teologici e politici. Francesco! Un nome, una missione.

Povertà, umiltà, carità (Deus Caritas Est, scriveva Benedetto XVI), riforma di una Chiesa perennemente in bilico tra Bene e Male, secondo il noto copione teologico che legittima la stessa esistenza di un’Agenzia chiamata al perdono e alla salvezza delle anime: tutto questo e altro ancora evoca quel Santo Nome. Un nome quasi tragico, che sa un po’ di “ultima spiaggia”: quale altro nome spendersi, dopo?

«Buonasera», come esordio, «Buonanotte», come commiato, e il gregge, o Popolo di Dio, maltrattato da un Dominio sociale sempre più cattivo e incomprensibile è esploso in una manifestazione di giubilo davvero commovente, addirittura imbarazzante e incomprensibile se vista dalla prospettiva illuminista. Qualcuno ha già parlato di un Papa populista…

Basta poco, pochissimo per riempire il sacco della speranza che gli individui azzannati dal Male non smettono di trascinarsi dietro. Perché oggi non saziarsi pronunciando quel nome? Francesco! Francesco! E domani? Domani è un altro giorno, si vedrà!

«Come sarebbe bello se il prossimo Papa scegliesse Francesco come nome»: il Popolo di Dio ha sperato, ha pregato ed è stato accontentato, un po’ in grazia dello Spirito Santo che è sceso come sempre sul Conclave, per ispirarne le gravi decisioni, un po’ perché la Grande Rinuncia di Benedetto XVI ha reso evidente la crisi epocale che attraversa la Chiesa, e non solo questa. «Ci vuole forza e carisma per rimetterci in carreggiata»: il messaggio del Pastore Tedesco è arrivato forte è chiaro.

Da tutte le parti della società, della politica e del mondo arrivano entusiastici commenti: la Chiesa si rinnova, la Chiesa apre agli ultimi, la Chiesa si rende disponibile al dialogo con le altre fedi, la Chiesa lancia un messaggio di sfida ai potenti del mondo. Persino il decrepito Pannella, da sempre in guerra contro la «chiesa simoniaca», rivendica come una sua personale vittoria il nome scelto dal Santo Padre, a dimostrazione di come le mosche cocchiere non hanno età.

Gli economisti progressisti, dal loro canto, non hanno mancato di ricordare come l’ex vescovo di Buenos Aires abbia sempre tuonato contro la speculazione finanziaria che dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso non smette di imperversare sull’Argentina: «Francesco dirà ai potenti della Terra che è giunto il momento di mettere l’uomo al centro del mondo, e non l’economia basata sul profitto». Come se la Chiesa avesse predicato nell’ultimo secolo qualcosa di diverso! «Ma adesso dalla predicazione si passerà alla prassi!», dicono alcuni estimatori della Teologia della Liberazione. Dopo Francesco forse avremo un Carlo…

La Chiesa Romana esce dall’angolo e si posizione al centro della scena. Almeno per un giorno. Un giorno destinato a pesare. Quanto lo vedremo nei prossimi giorni. Ci sarà tempo per ritornare con più calma e serietà sulla figura del nuovo Papa e sul significato teologico, politico e geopolitico della sua elezione, da molte parti interpretata un po’ troppo semplicisticamente con i soliti schemi della politica italiota: vincono i rinnovatori contro i conservatori, trionfano i moralizzatori sulla corrotta e ricca curia romana. Qui volevo solo mettere in luce la grande capacità politico-ideologica ancora una volta messa in campo dai Sacri Palazzi Romani.

2 pensieri su “FRANCESCO 2.0, IL “POPULISTA”…

  1. mi piace sempre molto la “delicatezza” che usi quando indaghi attorno alla teologia, a fronte di tanti marxisti che risolvono semplicisticamente -politicamente- il problema filosofico dell’ uomo che pensa dio
    trovo che -e forse concordiamo- il pensiero religioso sia comunque ancora, e per molti aspetti, superiore a quello illuministico-borghese e che dispieghi più intensamente l’ “impossibile” dialettica tra l’uomo e la sua potenzialità

    • Ti ringrazio molto per questo commento. Hai colto perfettamente lo “spirito” (e così rimaniamo sul tema!) delle mie riflessioni intorno al senso profondo della religione e della teologia. Di nuovo grazie. Un caro saluto. Ciao!

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