Come diceva il mio comico di riferimento (pare che ultimamente sia maledettamente trendy averne uno), «ogni limite ha una pazienza». Ebbene, ieri il mio limite è stato messo davvero alla prova. Certo, mi riferisco alla colata di benecomunismo, luogocomunismo, di eticità e di francescanesimo che ieri ha tracimato da tutti gli italici Palazzi del potere, laici e religiosi.
Nella sua oltremodo banale e politicamente correttissima dichiarazione alla Camera, la bella e francescana Laura Boldrini non ha mancato di menzionare tutte le categorie a cui «la nuova politica al servizio degli ultimi e degli onesti» deve rivolgersi, pena il suo definitivo discredito: operai, precari, studenti, disoccupati, esodati, pensionati, carcerati, migranti, disabili, imprenditori onesti, donne, giovani… L’elenco continua ma la mia memoria vacilla. O forse il mio cuore non è grande abbastanza per contenere le preoccupazioni della bella misericordiosa, da sempre al servizio degli ultimi.
«Il Palazzo deve diventare una casa trasparente al servizio della parte migliore e onesta della società civile». E via con i rituali applausi “a scena aperta”. Con ciò naturalmente la neo Presidentessa non alludeva riferirsi al corrotto, incivile e ignorante elettorato berlusconiano, peraltro ancora cospicuo nonostante le disgrazie politiche e giudiziarie del Nero Cavaliere.
Nichi Narrazione Vendola, ancora stordito dalla recente trombatura elettorale, ha dichiarato che con la Boldrini eletta allo scranno più alto della Camera «vince davvero l’Italia migliore». Ci tengo a ricordare, per mero puntiglio, che chi scrive non fa parte e non vuole far parte di questa Italia migliore, «sobria e rigorosa», come la desidera donna Laura.
Al Senato il moribondo smacchiatore di Giaguari azzarda uno “spariglio” e vince. D’altra parte, la tentazione di non favorire l’elezione «dell’avvocato dei mafiosi» (che orrore!) alla seconda carica dello Stato non poteva non essere forte presso i grillini made in Sicilia. Ecco dunque il salumiere quasi morto opporre Pietro Grasso, l’uomo dell’Antimafia, e Schifani, «avvocato dei mafiosi» nonché amico del duo del Demonio Berlusconi-Dell’Utri. Come sempre, dimmi chi è il tuo nemico e ti dirò chi sei.
Anche il discorso di insediamento del Siciliano Onesto si è segnalato per banalità e luogocomunismo, compresa la l’ennesima prospettazione di una Commissione d’inchiesta sulle stragi rimaste ancora impunite. «I miei due punti di riferimento sono sempre stati la legalità e la giustizia sociale». Schifani, com’è noto, ha invece sempre predicato l’illegalità e l’ingiustizia sociale… Il perfido Berlusconi ha fatto sapere a Grasso di condividere il suo «alto e nobile discorso». Non c’era da dubitarne.
Sofri ha scritto che almeno ieri egli si è riconciliato con la «buona politica» ed è scomparsa la sua invidia per l’esito del Conclave cattolico, che evidentemente l’ha colpito favorevolmente. E veniamo quindi, da ultimo e rapidamente, al nuovo Papa, a Francesco, il quale ieri ha voluto precisare davanti ai giornalisti di tutto il mondo che scegliendo quell’ingombrante e programmatico nome egli intendeva riferirsi proprio al Pio Santo di Assisi. «C’è bisogno di una Chiesa povera per i poveri». E poi, tanto per chiarire il concetto, ha ripetuto ossessivamente: «I poveri, i poveri, i poveri…». Abbiamo capito, Santissimo Padre: i poveri! E a chi non stanno a cuore i poveri! A tutti, tranne che a chi scrive, il quale, evidentemente suggestionato dal diavolo (Marx, Santissimo, non Berlusconi!), crede che l’indigenza, a partire da quella “esistenziale”, vada estinta, insieme al maligno regime sociale che la produce sempre di nuovo a sua immagine e somiglianza.
A proposito di demonio: come a suo tempo Woytila, anche Bergoglio ha messo il Diavolo al centro della sua comunicazione evangelica con le pecorelle smarrite. Forse vale la pena di ritornare su questo infernale aspetto della faccenda.
Sulla povertà che a te non sta a cuore (“E’ più facile che un cammello entri nella cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli”) puoi considerare che la fonte principale della ricchezza, in questo mondo disumano, sta nel fare, vendere ed usare armi, trafficare droga, mercificare sesso e ogni bene. Dovresti allora ammettere che l’unica opzione rivoluzionaria possibile è proprio quella francescana della povertà. Buona Pasqua!
Lo sai che all’opzione francescana della povertà preferisco di gran lunga l’opzione marxiana (o sebastiana, per non scomodare nessuno e attirarmi gli strali di qualcuno) della rivoluzione sociale. In ogni caso, buona Pasqua a te! Ciao!