1. LETTERA DA (FIN TROPPO) LONTANO
Ricevo e volentieri pubblico l’appello che segue firmato dal compagno Lenin in persona (diciamo in spirito):
Appello urgente al proletariato ucraino e russo.
PROLETARI UCRAINI! PROLETARI RUSSI! NON ARMATEVI GLI UNI CONTRO GLI ALTRI PER SERVIRE GLI INTERESSI DI CHI VI SFRUTTA! LA DIFESA DELLA PATRIA È LA TOMBA DEI VOSTRI INTERESSI E DELLE VOSTRE SPERANZE DI EMANCIPAZIONE.
PROLETARI UCRAINI! PROLETARI RUSSI! DISERTATE LA GUERRA TRA LE OPPOSTE FAZIONI CAPITALISTICHE E LE OPPOSTE POTENZE IMPERIALISTE! PREPARATE PIUTTOSTO LA GUERRA DI CLASSE, SCIOPERO DOPO SCIOPERO! VIVA L’INTERNAZIONALISMO PROLETARIO!
Il compagno Lenin fa anche sapere che è contento quando in Ucraina abbattono una “sua” statua: «Sapeste quanto odio essere associato agli imperialisti gran-russi!».
2. IL NAZIONALISMO SECONDO MARX
«Il più alto slancio di eroismo di cui la vecchia società è ancora capace è la guerra nazionale; e oggi è dimostrato che questa è una semplice mistificazione governativa, la quale tende a ritardare la lotta delle classi e viene messa in disparte non appena la lotta di classe divampa in guerra civile. Il dominio di classe non è più capace di travestirsi con una uniforme nazionale; contro il proletariato i governi nazionali sono UNITI» (Karl Marx, La guerra civile in Francia).
Purtroppo questa chiara coscienza di classe è andata perduta molto tempo fa, anche a causa di quei “marxisti” che si sono convertiti al Socialnazionalismo.
3. TOLSTOJ E L’ASTRO MAESTOSO E STUPENDO
«Centinaia di corpi di uomini insanguinati di fresco, due ore prima pieni di varie speranze e desideri, grandi e piccoli, giacevano, con le membra irrigidite, sulla valle fiorita ricoperta di rugiada, che separava il bastione dalla trincea, e sul pavimento liscio della cappella dei morti a Sebastopoli; centinaia di uomini con maledizioni e preghiere sulle labbra secche strisciavano, si contorcevano e gemevano, alcuni in mezzo ai cadaveri nella vallata fiorita, altri sulle barelle, sulle brande e sul pavimento insanguinato del posto di medicazione; eppure, nonostante questo, come anche nei giorni precedenti, sul monte Sapun si accese un lampo in lontananza, le stelle tremolanti impallidirono, una nebbiolina bianca sopraggiunse dal mare scuro e roboante; l’alba, rosseggiando, si accese all’orizzonte, le lunghe nuvolette purpuree si dispersero nell’orizzonte azzurro chiaro; nonostante questo spuntò, come anche nei giorni precedenti, l’astro maestoso e stupendo del sole, promettendo a tutto il mondo che tornava la vita, la gioia, l’amore e la felicità» (L. N. Tolstoj, I racconti di Sebastopoli).
Quando capiremo che «l’astro maestoso e stupendo» che deve spuntare siamo noi stessi?
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