C’era una volta l’andreottismo. «Moriremo democristiani?». Poi venne il craxismo («moriremo craxiani?»), cui seguì il berlusconismo, sintesi post guerra fredda di andreottismo e craxismo. «Moriremo berlusconiani?». Alla fine eccoci alle prese con il renzismo, sintesi 2.0 di andreottismo, craxismo e berlusconismo. «Moriremo renziani?».
Così ragiona l’intellettuale sinistrorso, al quale il concetto di Capitalismo dice troppo poco, suona indigente di concrete determinazioni. Moriremo: ecco, questo almeno è sicuro!
Da Facebook:
DI VENTENNIO IN VENTENNIO. L’incubo dell’intellettualone che piace alla gente che piace.
Scrivevo su un post la scorsa settimana:
«C’era una volta l’andreottismo. “Moriremo democristiani?”. Poi venne il craxismo (“moriremo craxiani?”), cui seguì il berlusconismo, sintesi post guerra fredda di andreottismo e craxismo. “Moriremo berlusconiani?”. Alla fine eccoci alle prese con il renzismo, sintesi 2.0 di andreottismo, craxismo e berlusconismo. “Moriremo renziani?”. Così ragiona l’intellettuale sinistrorso, al quale il concetto di Capitalismo dice troppo poco, suona indigente di concrete determinazioni».
Adesso il Grande Patriarca del giornalismo progressista italiano:
«Se è vero, ed è vero, che il seduttore Renzi è più bravo del seduttore Berlusconi, esiste l’ipotesi che l’eventuale successo di Renzi sui vari tavoli del gioco porti con sé dopo vent’anni di berlusconismo vent’anni di renzismo. Questa ipotesi la considero un incubo. Ma magari piacerà agli italiani che in certe cose sono molto strani» (E. Scalfari, La Repubblica, 23 marzo 2014).
L’uomo con la barba avvezzo a dialogare pure col Padreterno (cioè con sé stesso!) è invece un tipo molto assennato. Infatti, negli anni Ottanta Egli sostenne il grande politico della Magna (e ho detto Magna!) Grecia Giriago Demida contro il «decisionista», nonché cinghialone, Craxi. Diciamo che i conti tornano. «Digiamo»…