MALEDETTO ASSE!

pin_roma_berlino_1Piergiorgio Odifreddi denuncia «il nuovo asse Roma-Berlino» che sarebbe venuto fuori dalle urne domenica sera. Una lettura, questa, comune a molti analisti politici basati soprattutto nel Belpaese. Va da sé che gli europeisti mainstream guardano a quel supposto Asse col sorriso sulle labbra, avendo essi investito molto sulla continuità della moneta unica, mentre i sovranisti duri e puri lo subiscono alla stregua di un colpo di legno ricevuto sulle loro patriottiche teste: ahi!

pin_2_dittatori_1gIl noto scienziato italiota, che se la prende anche con i lavoratori italiani «che si sono accontentati dei 30 denari rivalutati a 80 euro», stigmatizza la maledetta eccezione italiana che premierebbe i sogni di dominio della Perfida Germania: «I risultati delle elezioni europee sono in larga parte comprensibili e naturali. La Germania ha imposto negli anni all’Europa una politica che coincide con i propri interessi, e i tedeschi l’hanno ovviamente approvata. La Grecia e altre nazioni, vandalizzate da questa politica, hanno alzato la testa e l’hanno sonoramente rifiutata, da sinistra. Persino la Francia, che pure a lungo ha ballato un pas de deux con la Germania, ha premiato gli antieuropeisti, da destra. Lo stesso ha fatto l’Inghilterra, che invece aveva da sempre trascinato i piedi contro l’Europa, tenendone uno dentro e uno fuori.  L’unica eccezione a questo trend sembra essere l’Italia. La quale, dopo aver subìto in ginocchio i dettami europei, ha ieri premiato la politica vassallamente europeista e filotedesca imposta dal presidente Napolitano, e implementata dai governi Monti, Letta e Renzi. Le lancette della storia sono tornate indietro di ottant’anni, e si è riformato in Europa l’asse Roma-Berlino: si capisce ora tutto quel parlare di Hitler in campagna elettorale, che evidentemente tradiva la vera ispirazione e aspirazione a fare di nuovo dell’Italia il lacchè della Germania» (Repubblica.it,26 maggio 2014).

1938-manifesto-Asse-Roma-BerlinoL’Italia: da «serva sciocca» degli americani, come predicavano un tempo stalinisti (insomma, i cosiddetti “comunisti”) e missini, a «lacchè» dei tedeschi, secondo il mantra degli odierni sovranisti di “destra” e di “sinistra”? Inutile aspettarsi dal sovranista (soprattutto se avvezzo ai complessi calcoli matematici come nel caso di specie) un’interpretazione autenticamente critico-radicale dei fenomeni politici e sociali di respiro nazionale e mondiale. D’altra parte, la tesi marxiana secondo la quale l’ideologia dominante (la quale oggi si esprime, ad esempio, nella dialettica europeismo-sovranismo) in una data epoca storica è l’ideologia della classe dominante non ha la stessa “evidenza scientifica” di una formula matematica.

La maligna logica del Dominio sfugge dunque alla “stringente” logica del matematico sovranista, al quale oggi non rimane che la miserabile soddisfazione di sparare a zero sul «governo del golden boy Renzi e delle sue majorette» come un grillino qualsiasi. Miserabilandia non può fare a meno dei suoi arguti scienziati.

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Povera patria europea…

beppe-grillo-resole-332373Da Facebook

Mille di queste negatività!

Scrive Fausto Sorini, responsabile esteri del PdCI, nelle sue Prime considerazioni sul voto europeo:

«Per quanto riguarda l’Italia la lettura è più semplice, nella sua negatività: spicca il successo di Renzi, che vince alla grande la sua competizione con Grillo e con Berlusconi. La minoranza interna al PD ne esce massacrata. Le conseguenze di tutto ciò saranno molto negative per il Paese e per tutta la sinistra italiana» (Marx XXI).

Se fossi un teorico del tanto peggio tanto meglio esclamerei di cuore: «Mille di queste negatività!».

1938-manifesto-Asse-Roma-BerlinoI dolori del vecchio (anzitempo) sovranista

Ovvero: Alle armi! Alle armi!

 Un lettore del mio post di ieri (Maledetto Asse!) mi ha consigliato di fare un salto dalle parti del «fasciostalinista» (la definizione è sua!) Diego Fusaro. Mi ha pure linkato l’indirizzo del profilo Facebook del noto filosofo di successo.

Capite bene che non potevo esimermi dalla rognosa incombenza. Così, spinto più dalla curiosità intellettuale che dal desiderio di farmi qualche crassa risata (lo so, non sono molto credibile), sono andato a vedere. E ho fatto bene, perché il mio spirito di modesto proletario (che si è intestardito nel volersi misurare con le vette del pensiero filosofico mondiale: ieri presi di mira il socialnazionalismo del grande matematico nonché logico Odifreddi) se n’è giovato assai.

Consiglio di fare la stessa cosa a chiunque lamenti un calo nella propria autostima. Qui di seguito alcune perle scritte dal vecchio anzitempo Fusaro.

«Alcuni Italiani non si arrendono. Alcuni Italiani non accettano la vergognosa svendita del loro Paese alla potenza eurocratica. Alcuni Italiani non si vergognano di essere Italiani. Alcuni Italiani sono disposti a lottare contro il capitale e l’Unione Europea. Alcuni Italiani hanno ancora il senso della dignità e dell’orgoglio. Alcuni Italiani sono pronti a lottare fino in fondo contro l’odierna perdita di libertà che il Paese sta subendo. Sono felice di essere uno di questi Italiani».

«Il PD ha trionfato. Con esso, vince il vecchio, il “ristagno della storia” (Gramsci), il neoliberismo osceno che sta prosciugando le nostre esistenze, la vergognosa complicità di sinistra e capitale, il dominio straniero ed eurocratico. Abbiamo volontariamente (sottolineo: volontariamente!) consegnato le chiavi di casa alla troika e alla sua giunta militare di tipo economico. Qui vale, forse, il vecchio argomento di Platone: la democrazia è il governo dei più, e i più sono imbecilli. Dunque, la democrazia si rivela governo degli imbecilli. Del resto, gli stessi che cantano “bella ciao!” oggi hanno dato il Paese in mano all’invasore tedesco. Duemila anni fa circa, Giuda ha venduto Gesù per 30 denari. Oggi il popolo italiano ha venduto se stesso per 80 euro. L’Italia non è più uno Stato, il popolo non è più sovrano. L’Italia ha perso. “Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia” (U. Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis)».

Signori, non aspettatevi commenti da parte mia! Non oggi, almeno. Sono molto sensibile al dolore altrui. Checché!

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dario-beppe-grillo-245541Dario Fo e il popolo di cacca

Il giullare sinistrorso Dario Fo sugli italiani la pensa esattamente come Mussolini (e come Piergiorgio Odifreddi): un popolo di cacca, con rispetto parlando.

«Il premio Nobel Dario Fo, ingannato da un finto Gianroberto Casaleggio de La Zanzara su Radio 24, se la prende con gli italiani dopo la sconfitta elettorale del Movimento Cinque Stelle: “La cosa terribile è che il popolo italiano è autolesionista … una nazione di autolesionisti. Sanno benissimo che le cose hanno una soluzione, e però continuano ad ingoiare la merda. E’ così, non c’è niente da fare”».

«Il ‘finto’ Casaleggio: “Mi chiedo dove abbiamo sbagliato…”. E Fo: “No, no, no, è la struttura autolesionistica di questo popolo. Perché ormai basta. Ha votato per Berlusconi sapendo che è un figlio di p… Ha rivotato ancora ed ha rivotato ancora dopo esser stato fregato con Berlusconi. Questo qui ne ha fatte più di Bertoldo. E adesso questo qui. Quando parli con la gente dice “si, vero, vero, non ha fatto niente, ha detto soltanto delle balle, ha promesso, ma si sa benissimo..” e poi, cazzo, vai a votare in questa maniera…vabbe’…c’è proprio da farsi cadere le braccia”».

«Poi Fo continua, imbeccato da ‘Casaleggio’: “Ad ogni modo per quanto riguarda noi bisogna andare avanti così. Guai, guai, guai darci la colpa. E’ stupido darci la colpa. Dico, dimostri che sei generoso, che lasci i soldi che ti spettano, che se civile, fai le cose fino in fondo, che sei riuscito a creare una classe politica stupenda di ragazzi e ancora devi votare contro?”. Casaleggio: “Io comunque volevo ringraziarti”. E Fo: “No, no. Sono cosciente di aver fatto il meglio che si poteva fare. Non c’è niente da fare. E sarò sempre a vostra disposizione. Fino in fondo”» (da La Zanzara»).

L’intellettuale sinistrorso che affetta superiorità politica, etica e morale nei confronti del «popolo bue» (per intenderci, quello che ai “bei tempi” della cosiddetta Prima Repubblica votava DC) mi è sempre stato particolarmente antipatico. Forse perché quel suo servire onestamente e civilmente Miserabilandia con tanta moralistica puzza sotto il naso urta assai la mia suscettibilità di proletario con pretese rivoluzionarie.

Egli si mette a disposizione, sebbene “da sinistra”, di un regime sociale escrementizio (sì, quello santificato dalla Costituzione più bella della nostra galassia), e poi crede di poter dare tranquillamente della merda a chi non la pensa come lui. Non viene anche a voi il desiderio di mandarlo «fino in fondo» a quel metaforico posto?

 

 

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