«”Sporco comunista di merda!”. Sono queste le parole con cui Enrico Nascimbeni, giornalista, scrittore, cantautore e poeta, è stato aggredito ieri sera davanti al portone di casa, in via Farini, intorno alle 21.30. Oltre all’insulto, i due aggressori, entrambi a volto scoperto, hanno anche tentato di colpirlo in faccia con un coltello e per difendersi il giornalista ha alzato il braccio, ferendosi così all’avambraccio con un taglio che però non è stato considerato grave dai dottori che lo hanno medicato. […] Era stato bloccato da Facebook, ne avevamo scritto, per prese di posizione contro il razzismo e il fascismo e anche dopo essere stato sbloccato sono continuati gli attacchi violenti e offensivi contro di lui» (La Stampa).
A causa della mia abissale ignoranza culturale non sapevo chi fosse Enrico Nascimbeni fino a qualche minuto fa, prima che mi imbattessi per puro caso nella notizia della vigliacca aggressione ai suoi danni. A prescindere da quello che pensa, scrive e canta Nascimbeni, vorrei semplicemente esprimergli la mia solidarietà e dichiararmi senz’altro un “comunista di merda”, affinché la feccia fascista sappia anche da questo modestissimo pulpito che il manganello e il coltello certamente fanno paura, ma che tale raffinata strumentazione non ha alcuna possibilità di impedire il pensiero e l’azione di chi vorrebbe vedere ogni genere di ingiustizia evaporare al calore di una società semplicemente umana. E quindi non sto parlando di questa escrementizia società basata sullo sfruttamento degli uomini e della natura. «Che comunista di merda!» Appunto!
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