L’APPETITO VIEN LOTTANDO!

L’appetito vien lottando! È forse questa una tra le tante lezioni che si possono fin qui trarre dal movimento dei Gilè Gialli che anche ieri ha dato fastidio, molto fastidio, allo Stato francese e alla Francia che desidera immergersi nello shopping natalizio. Cosa si sono messi in testa questi signori vestiti di giallo? Non si sa più esattamente cosa essi vogliano! Il «movimento polimorfo» (leggi interclassista) dei Gilè non si accontenta più delle concessioni a cui adesso anche l’inflessibile Macron sembra voler dar seguito. Adesso che si sono scoperti forti e popolari, i gialli sembrano mirare sempre più in alto, e avanzano rivendicazioni, anche di netta impronta politica, che non solo spazzano via il pur virtuoso (lo assicurano i Verdi francesi e perfino Beppe Grillo!) progetto di “Transizione ecologica” della sofisticata società francese, ma anche la stessa tenuta economico-finanziaria del Paese. Insomma, si sventolano i tricolori, si canta La Marsigliese, ci si lascia coccolare dal sovranismo destrorso e sinistrorso ma si rema contro i sacri interessi della Nazione: inaudito!

Scrive Massimo Nava sul Corriere della Sera: «Gli aumenti della benzina sono stati la scintilla per rompere fragili argini di rabbia e malcontento e avanzare richieste che sono lo specchio identitario della folla che le esprime: aumenti salariali, dimissioni del presidente, migliori servizi pubblici, taglio delle tasse, rappresentanza diretta, abolizione dell’Assemblea. Tutto e più di tutto, anche l’impossibile e subito». Qui si chiede l’impossibile! E subito! Sembra di essere precipitati in un nuovo Sessantotto…

«Naturalmente le classi dirigenti del Paese temono che questo movimento sociale possa innescare altri movimenti (di operai, di disoccupati, di piccola e media borghesia declassata, di studenti, di proletariato marginalizzato che vive nelle banlieue delle grandi città) nel cuore della metropoli francese. Il contagio sociale: è questo che le classi dominanti e i loro funzionari politici temono più della peste. È un istinto di classe che si attiva tutte le volte che la gestione dei conflitti sociali diventa problematica a causa dei limiti manifestati dalle istituzioni tradizionali, partiti e sindacati compresi. La democrazia capitalistica vive una profonda crisi di legittimità. Benissimo!». Così concludevo il mio post del 20 novembre. La paura delle classi dominanti e dei loro servitori trova oggi un più solido fondamento, proprio perché il movimento sociale francese dimostra che: 1. solo la lotta paga, 2. l’appetito vien mangiando, 3. da cosa nasce (può nascere) cosa, come diceva il mio teorico di riferimento – Marx? No, Totò!

E tutto questo lo sostengo pensando a qualcosa di più generale, ossia al di là delle concrete rivendicazioni, economiche e politiche, oggi avanzate dai gilets-jaunes, il cui basso “tasso di purezza classista” non mi è certo ignoto. «Inutile dire che dalle mie parti ogni illusione su questo movimento è pari allo zero»: confermo quanto scrissi il 20 novembre scorso. Questo lo dico anche per tranquillizzare i miei amici che potrebbero temere una mia sbandata “populista”. A questi amici ricordo anche, e mi sto muovendo sempre sul terreno delle astratte possibilità, che non pochi processi rivoluzionari giustamente definiti proletari si sono sviluppati su un terreno reso fertile da lotte “popolari” (interclassiste) non raramente reazionarie quanto a riferimenti politico-ideali. E non faccio esempi storici per non alimentare equivoci di sorta.

Dei movimenti sociali si può forse dire questo: si sa come nascono, ma non è certo come finiscono. E qui, si capisce, entra in gioco il problema assai scottante e problematico della soggettività rivoluzionaria, che mi guardo bene dall’affrontare di domenica!

2 pensieri su “L’APPETITO VIEN LOTTANDO!

  1. Commento da Facebook:

    M. L. : È nella natura tragica di ogni movimento: si sa “contro cosa è”, ma “per cosa sarà” dipende da chi ne prende la testa. Infecondo farsi illusioni su sue presunte capacità autopoietiche virtuose, come sottovalutare le modalità in cui viene attraversato dalle correnti di potere.

  2. Commento da Facebook:
    M. L.: Casca a pennello quello che giusto stamattina ho scritto sulla mia bacheca: “Suppongo che siano tutti soddisfatti dopo l’attentato di Strasburgo. Gli europeisti, per il credito emotivo che accumula un’UE da difendere, a cominciare dai suoi simboli. Gli xenofobi, perché resta sempre un’urgenza proteggerci dal pericolo che arriva con l’immigrazione. Ma soprattutto è contento il governo francese, perché potrà implementare, senza rendersi troppo impopolare, misure straordinarie di controllo e repressione che, nel frattempo, “scoraggeranno” i gilet gialli. Intanto anche il gregge italiano tira un sospiro di sollievo, ritrovandosi fortunosamente esentato dal dovere di passare dalla comodità del divano all’intemperie della rue per emulare i cugini francesi, soddisfatto comunque del fatto che non occorre scendere in strada perché la ribellione è già al governo”.

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