Della serie: per gli ultimi non esistono luoghi sicuri, e i primi a farglielo capire sono peraltro i cosiddetti penultimi, nella miserabile convinzione che calpestando la testa di chi sta appena un po’ più in basso nella scala sociale possa aiutarli a tenere il naso e la bocca appena fuori dalla melma, mentre gli immigrati affogano, in tutti i sensi. Che odiosa illusione!
La Repubblica, 13 agosto 2019
Germania. Rimpatriati con la violenza 1.289 migranti
di Tonia Mastrobuoni
“Migranti legati e sedati” sotto accusa i voli da Berlino. La Germania conferma, numeri alla mano, di far ricorso sempre più spesso a manette, cinghie e nastri per immobilizzare i migranti da respingere. Nei primi sei mesi di quest’anno la polizia ha legato le mani, a volte persino i piedi, a persone rimpatriate nei loro Paesi d’origine o ricollocate in altri Paesi europei per ben 1.289 volte. Quanto nell’intero 2018, dieci volte quanto nell’anno dei profughi 2015, quando circa 850 mila richiedenti asilo raggiunsero la Germania soprattutto dalle zone di guerra del Medio Oriente. La conferma dell’aumento delle violenze nei confronti dei migranti da rimpatriare, di cui Repubblica ha dato per prima notizia, è sostanziata dai numeri forniti dal ministero dell’Interno tedesco alla parlamentare della Linke Ursula Jepke, che ne ha chiesto conto in un’interrogazione al Bundestag. La maggior parte dei migranti respinti con le manette o con altri mezzi di coercizione provengono da Algeria, Marocco, Nigeria e Gambia.
Il ministero guidato da Horst Seehofer giustifica il vertiginoso aumento dell’uso di cinghie o manette col fatto che “sono aumentate le persone che resistono ai respingimenti”. A una domanda del nostro giornale, il ministero aveva già risposto settimane fa di ritenere legittimo il fatto di legare i migranti (nello specifico i profughi dublinanti da respingere in Italia).
Ma la parlamentare Jelpke ritiene “insopportabile che la disperazione di queste persone venga spezzata in modo sempre più implacabile con la violenza, per rimandarle contro la volontà in posti terribili”. In 20 casi i migranti o i richiedenti asilo hanno tentato di suicidarsi o si sono auto-inflitti delle ferite, pur di non dover salire sugli aerei. […] Aumentano, comunque, anche i migranti che lasciano volontariamente la Germania: tra gennaio e fine giugno sono partiti in 14.500. Ma a quella data le persone che il ministero dell’Interno ha condannato al rimpatrio immediato ammontavano ancora a quasi quattro volte tante, 55.620. Due mesi fa il Bundestag ha approvato un giro di vite nei confronti dei profughi che allunga i tempi di permanenza nei “centri di ancoraggio”, consente di rinchiuderli anche nelle carceri normali, alla vigilia della data di rimpatrio, cancella gli aiuti per i dublinanti e rende più severe le regole per chi falsificai documenti di identità. Un pacchetto fortemente voluto da Seehofer, ribattezzato da Ong come Pro Asyl “Legge Vattene”.
Un commento da Facebook:
F. T.:
C’è chi fa il lavoro sporco molto meglio di Salvini.
C’è sempre il personaggio escrementizio che si assume l’incarico di dare voce al cinismo delle cose.
«Circolano molte richieste di dimissioni in Germania verso il ministro dell’Interno, Horst Seehofer, in seguito al suicidio di una delle 69 persone di cui aveva disposto il rimpatrio in Afghanistan la scorsa settimana. Commentando l’espulsione, Seehofer aveva fatto una battuta facendo notare che i 69 afghani avevano lasciato la Germania proprio nel suo 69esimo compleanno. La dichiarazione è stata molto criticata, soprattutto quando lo stesso ministero dell’Interno ha dovuto confermare la notizia della morte per suicidio, in un centro di accoglienza di Kabul, di un ragazzo di 23 anni che aveva vissuto in Germania da quando ne aveva 15. … Secondo le informazioni fornite dal governo dell’Afghanistan, uno degli espulsi cui non era stato riconosciuto il diritto di asilo aveva 23 anni e aveva raggiunto la Germania quando ne aveva 15. Dopo l’espulsione e il suo arrivo a Kabul, era stato trasferito in un centro di accoglienza dove secondo le autorità locali si è ucciso. Le motivazioni non sono ancora chiare ma non si può escludere che abbia influito la prospettiva di vivere in un paese per lui straniero, visto che aveva vissuto in Germania fin da quando era adolescente, molto diverso dall’Europa e soggetto a continui attentati» (Il Post).
Un commento da Facebook:
M. L.:
Il difficile è mostrare il cinismo delle cose, mentre tutti non riescono a vedere altro che il personaggio escrementizio. Il ☝️ e la 🌛…