«Ragazzine somale abusate da mesi, dopo la cattura in mare: due hanno tentato il suicidio. L’Onu conferma: violenza inconcepibile, siano subito rilasciate e protette. Accuse a Itala e Ue» (Avvenire). Inconcepibile è, dal punto di vista umano, di «un’umanità socialmente sviluppata» (Marx), di «un’umanità al suo livello più alto» (Schopenhauer); inconcepibile è, dicevo, l’esistenza di questa Società-Mondo. Come scrivo spesso, e senza temere di essere smentito (purtroppo!), sul fondamento di questa escrementizia (disumana) società dobbiamo aspettarci tutto il male concepibile e anche quello che ancora non riusciamo nemmeno a concepire.
«Sono rimaste in cinque. Tutte minorenni. Tutte somale. La loro età è nota alla polizia libica. Ma non è certo l’essere poco più che bambine a metterle al riparo dagli stupri dei guardiani foraggiati, equipaggiati e addestrati da Italia e Ue. Anche se ieri Bruxelles ha scaricato le responsabilità su Roma. Un mese fa due ragazzine, dopo l’ennesima sessione di abusi ad opera degli agenti, hanno provato a togliersi la vita. Entrambe sono state ricoverate in ospedale a Tripoli e visitate da personale di Medici senza frontiere, che ne ha chiesto l’immediato rilascio. Ma non c’è stato niente da fare. Le hanno di nuovo gettate in cella. Per continuare come prima. “Anche se non è la prima volta che subisco aggressioni sessuali, queste sono le più dolorose, perché sono commesse dalle persone che dovrebbero proteggerci”, ha raccontato una di loro. Nessuna alternativa: “Devi dargli qualcosa in cambio per poter andare in bagno, o per chiamare la famiglia, o per evitare di essere picchiata”. Succede nel centro di detenzione ufficiale di Shar al-Zawyah, una prigione nella quale vengono portati i migranti catturati in mare dalla cosiddetta guardia costiera libica, in attesa del loro trasferimento in uno degli altri 28 campi di prigionia riconducibili al governo di Tripoli. Le ragazze in passato sono state rinchiuse in gattabuie clandestine. Ma adesso che si trovano in una struttura statale assicurano che “è come essere prigioniere dei trafficanti”. […] E da Ginevra l’Alto commissariato parla di “violenza sessuale inconcepibile contro donne e ragazze migranti nel centro di detenzione Shara’ al-Zawiya di Tripoli: tentativi di suicidio per disperazione e fame” » (Avvenire).
Quanto ci piace il lavoro sporco appaltato ai libici e ai turchi! E poi, all’occasione potremo sempre dire che noi non sapevamo niente di quei “disdicevoli” fatti.
Mentre lo Stato italiano finanzia i torturatori e gli stupratori libici per fare il lavoro sporco sul “problema immigrati”, il leader del PD Enrico Letta stigmatizza i giocatori della nazionale italiana che la scorsa domenica non si sono inginocchiati in segno di rispetto per il movimento Black lives matter: quando di dice avere la faccia come il culo – con rispetto parlando per il degnissimo deretano.
«Il presidente del Consiglio italiano al suo primo bilaterale con Angela Merkel ha appena promesso alla Germania il sostegno dell’Italia al rinnovo dell’accordo con la Turchia. Miliardi ad Erdogan in cambio del blocco del canale che dalla Siria porta direttamente al cuore dell’Europa. In cambio l’Italia ha l’appoggio di Berlino per “rafforzare la sua presenza in Africa”» (Il Messaggero). Affari e geopolitica sulla pelle dei diseredati: un classico!