Per il noto Salvatore della Patria, «Serve un patto economico e sociale da impostare nei prossimi mesi di fronte al quale nessuno può chiamarsi fuori». Nessuno (cioè chi scrive) si chiama fuori e si mette contro ogni genere di patto economico e sociale. Lo so, è una dichiarazione che vale quel che vale, diciamo così. Il Ministro del Lavoro Andrea Orlando naturalmente è di diverso parere: «Sostengo da tempo questa esigenza: su temi come welfare, politiche attive, politiche industriali è necessario un accordo strategico che metta insieme tutte le forze». Ecco, non contare sulla mia “forza”. Il Ministro Orlando sostiene che la sinistra politica e sindacale (leggi PCI e CGIL) è sempre stata a favore dei patti sociali per il bene del Paese, anche negli anni Settanta, quando l’Italia affrontò una grave crisi economica e l’emergenza terroristica. Verissimo!
A propositori di “emergenza”, segnalo la seguente filastrocca: emergenza terrorismo, emergenza mafiosa, emergenza corruzione, emergenza alluvioni/terremoti/eruzioni/cataclismi vari, emergenza rifiuti (industriali e urbani), emergenza sanitaria. Un’emergenza tira l’altra . Tutte le “leggi emergenziali” sono ovviamente rimaste anche cessato lo “stato di emergenza”. L’emergenza si configura cioè come una normale prassi di governo. Ogni riferimento al Green Pass e agli altri dispositivi normativi legati alla “crisi sanitaria” è assolutamente voluto. Adesso l’emergenza è uscire dal tunnel della crisi economica, e rispetto a questo supremo compito «nessuno può chiamarsi fuori».
L’altro ieri il Caro Leader ha dichiarato che la salvezza del Pianeta attraverso la “transizione ecologica” è un’emergenza (!) che va affrontata come abbiamo fatto con la crisi pandemica. Quanto ci piace l’Emergenza! Chissà poi perché…