C’è di che preoccuparsi, quest’uomo è lucido, misura le parole. E le dice, sicuro che ormai le può dire (Giordano Bruno Guerri).
La politica è l’arte di impedire alla gente di impicciarsi di ciò che la riguarda (P. Valéry).
Durante la trasmissione televisiva In Onda (La7) il senatore a vita, nonché ex Premier Mario Monti ha regalato al pubblico la perla che segue: «Bisogna trovare delle modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione, in una situazione di guerra si devono accettare delle limitazioni alle libertà». Monti ha anche detto che, come in tempo di guerra, oggi le informazioni andrebbero «filtrate dall’alto», cioè dallo Stato – ovviamente coadiuvato dal Comitato Scientifico. Secondo il prestigioso bocconiano «il governo ispirato dalle autorità sanitarie» deve assumersi la responsabilità di censurare le informazioni che remano contro la guerra al Virus, che generano dubbi e confusione, indebolendo il “fronte interno”. Bisogna remare tutti nella stessa direzione!
Qualche giorno fa è toccato al virologo Andrea Crisanti subire il duro trattamento dei zelanti difensori del “fronte interno”, dei Sì Vax, solo per aver osato esprimere qualche dubbio sull’immediato avvio della campagna vaccinale dedicata ai bambini: «Non abbiamo ancora nelle mani dati sufficienti per decidere in un senso o nell’altro»: non l’avesse mai detto! Non mi stupirei se lo stesso trattamento venisse riservato perfino ad Angelique Coetzee, la scienziata sudafricana che ha “scoperto” la variante Omicron, la quale ha detto che in base ai suoi dati si è osservata la stessa percentuale di guarigione dall’infezione causata dalla nuova variante del Coronavirus sia nei vaccinati che nei non vaccinati, e inoltre «i sintomi sono molto lievi e sono uguali per entrambi, vaccinati e non». Questa «somministrazione» informativa semina “oggettivamente” qualche dubbio? La parola al Comitato Scientifico!
Dall’alto del suo liberalismo Nicola Porro “insorge” contro lo spirito del tempo incarnato dal senatore Monti: «Avete capito qual è il risultato di aver adottato, per il Covid, la metafora della guerra? Chiudiamo baracca, burattini, tv e giornali – i pochissimi rimasti non a senso unico – e ci affidiamo anima e corpo alla bontà e alla sapienza di Super Mario Draghi». In un certo senso anch’io mi sento chiamato in causa dal vicedirettore del Giornale, perché fin dall’inizio della crisi sociale capitalistica chiamata Pandemia ho “adottato” la metafora bellica, ma in questo peculiare senso: si tratta della guerra che tutti i giorni i rapporti sociali capitalistici fanno all’umanità, in generale, e alle classi subalterne in particolare, oltre che, com’è diventato evidentissimo, alla natura. La crisi pandemica si colloca all’interno di questa guerra sociale sistemica, ne è un episodio particolarmente significato, sotto ogni aspetto, ma non rappresenta affatto un’eccezione rispetto alla cosiddetta vita normale. Come sempre accade, l’evento eccezionale getta un potente fascio di luce sulla radice della cosiddetta normalità, e in questo senso ne conferma tutta la portata disumana.
E alcuni (oggi voglio essere ottimista!) continuano a non capire che il problema non è vaccino sì/vaccino no, ma comprendere i presupposti sociali della crisi pandemica (tutti riconducibili al Capitalismo mondiale) e le conseguenze sociali (economiche, politiche, ideologiche, psicologiche, ecc.) di breve, medio e lungo termine della cosiddetta “guerra al Virus”.
Leggi: Il Virus e la nudità del dominio (2020-2021), Miseria dell’individualismo. E dei suoi nemici; La deriva antiscientifica… Il senso della scienza per il dominio di classe
Scrive Massimo Gramellini (Il Corriere della Sera):
«I media raccontano in tempo reale l’impazzimento altrui, è il loro mestiere, e i social lo amplificano. L’effetto è il panico globale che si materializza nella sospensione dei voli dal Sudafrica, come se un virus si potesse arrestare al check-in. Passa qualche ora – non qualche mese – e si scopre che i sintomi di questa nuova variante sarebbero quelli di un lieve raffreddore e che il primo italiano ad averla presa sta bene proprio grazie al vaccino.
Per il solitamente pessimista Crisanti, Omicron potrebbe addirittura rappresentare il primo segnale di indebolimento del Covid. In base alla nota legge del contrappasso, o del rinculo, o dello yo-yo, l’umore collettivo si ribalta: dal panico alla sottovalutazione quasi irridente di ciò che ancora un attimo prima sembrava l’apocalisse. Fino alla prossima variante, che fa rima con istante e rimetterà in moto la ruota delle emozioni, con noi sopra a girare in tondo come criceti, ma molto più isterici di quelle sagge ed equilibrate bestiole».
Più che come criceti, diciamo pure come degli isterici cretini – compreso chi scrive ed escluso chi legge, ovviamente. Perché è così che ci rende e ci tratta questa escrementizia società, le cui fondamentali “leggi di movimento” sfuggono completamente al nostro controllo. Fino a quando accetteremo passivamente (e non pochi anche con uno zelo davvero ripugnante!) di girare in tondo alla ruota del Dominio?