SHANGHAI DATA EXCHANGE: UNA NUOVA CONFERMA DELLA SUPERIORITÀ CAPITALISTICA DELLA CINA

Da Le Monde, 7 dicembre 2021:

«Il 25 novembre è stata aperta a Shanghai una borsa di tipo speciale. Non si scambiano azioni, ma dati. Operatori di telecomunicazioni, una compagnia aerea, un gigante dell’e-commerce, un fornitore di energia elettrica, una banca, un’applicazione di geolocalizzazione… Una ventina di aziende hanno, dal primo giorno, messo i loro dati su questo mercato. Una delle prime transazioni effettuate sullo ShanghaiData Exchange (SDE) è stata l’acquisizione di dati della rete elettrica di Shanghai da parte di una banca pubblica cinese. Da quando,nel 2006, il matematico britannico CliveHumby ha chiamato i dati il ​​“nuovo oro nero”, la battaglia è infuriata tra i contendenti per il titolo Rockefeller del 21° secolo. Con un miliardo di utenti Internet, la Cina vedrebbe se stessa superare gli americani. Nel 2017, il 19° Congresso del Partito Comunista Cinese ha persino indicato i dati come il “quinto fattore di produzione”, dopo capitale, lavoro, terra e tecnologia. Il ruolo di SDE non è altro che quello di valutare e monetizzare questo nuovo fattore. La Cina non è la prima a tentare di strutturare questo mercato.Ci sono iniziative su scala minore in Europa e in Corea del Sud in particolare. Non negli Stati Uniti, dove le aziende non passano attraverso un mercato che funge da intermediario neutrale.L’iniziativa cinese è originale nelle sue dimensioni e nella sua ambizione, che è chiaramente quella di assumere un ruolo guida in questo settore, ed è in realtà solo una parte del puzzle. Lungi dall’essere solo una merce, i dati sono visti come “asset strategico” di una nazione».

Non c’è che dire, la dittatura del Partito unico (o «democrazia completa» nelle immaginifiche, diciamo così, parole del Caro Leader Xi Jinping) messa al servizio del Capitale sta dando in Cina risultati davvero strabilianti, e conferisce al concetto e alla prassi del dominio totalitario dei rapporti sociali capitalistici sull’intero corpo sociale un significato particolarmente pregnante e puntuale.  L’eccezionalismo del modello politico cinese di cui parlano i politologi di tutto il mondo, chi per lodarlo chi per esecrarlo, si armonizza perfettamente con la natura totalitaria del Capitale, la cui prassi si dà sempre in un contesto storico-sociale ben definito, peculiare, e in questo senso in Cina “struttura” e “sovrastruttura” si corrispondono benissimo. D’altra parte occorre sempre ricordare che il processo sociale capitalistico, a causa della sua vocazione “rivoluzionaria” (in termini economici, tecnologici, scientifici, culturali, in una sola parole: sociali), mette continuamente in tensione la relazione “struttura-sovrastruttura”, e nel grande Paese asiatico questo dato di fatto assume necessariamente forme e dimensioni particolarmente complesse e contraddittorie, e certamente non facili da governare, da “ricondurre a sintesi”. Questa complessità e problematicità ha avuto sempre (anche ai tempi di Mao) una puntuale – anche se il più delle volte celata – ricaduta nel seno del Partito-Stato. Ma ritorniamo alla mercificazione dei dati.

In questo mondo “intelligentissimo” il Capitalismo ottocentesco analizzato e stramaledetto da Marx impallidisce e un po’ si vergogna: la sua «immane raccolta di merci» oggi appare una ben misera cosa! Che un Paese che si proclama “socialista”, sebbene «con caratteristiche cinesi», sia oggi al vertice del sistema di dominio che oggi ha le dimensione del mondo (come da ultimo ha dimostrato la Pandemia), ebbene questo può apparire paradossale solo agli occhi di chi dà credito alle orwelliane panzane ideologiche codificate dal Partito Capitalista Cinese e riprese con miserabile zelo dai militanti del Partito Cinese Italiano. Ovviamente i nemici conclamati del comunismo hanno tutto l’interesse a ripetere la barzelletta del “Capitalismo-Comunista”.   

«Questa elevazione dei dati, prefigura una visione di un’economia in cui i dati guidano lo sviluppo. Infatti, secondo l’Accademia cinese delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, una distinzione chiave tra i dati e i tradizionali fattori di produzione è nell’effetto moltiplicatore: i dati possono amplificare altri fattori di produzione come il lavoro e il capitale e produrre guadagni economici ancora più significativi. L’enfasi cinese sui dati come fattore di produzione spezza non solo la teoria economica marxista ma anche quella classica inglese» (AgcNews ). Nientedimeno! Qui mi faccio una bella risata e rinvio chi legge ai miei scritti sul “Capitalismo cognitivo” scaricabili da questo Blog – vedi Testi scaricabili. Può anche darsi che presto ritornerò sulla nuova e “rivoluzionaria” teoria economica elaborata dal Partito Capitalista Cinese. Certo un dubbio mi viene: l’Accademia cinese delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione è forse diretta da Toni Negri (teorico del passaggio da un’accumulazione basata sull’estrazione di plusvalore a un’accumulazione centrata sull’estrazione di dati personali)?

Quotidiano del Popolo Online: «Gli Stati Uniti non sono nella posizione di tenere conferenze sulla democrazia». Al contrario la Cina è nella posizione di tenere conferenze sul socialismo…

Aggiunta del 10 dicembre 2021

DIRITTI UMANI IN SALSA CINESE O IN SALSA OCCIDENTALE?

Dal Quotidiano del Popolo Online, venerdì 10 dicembre 2021:

«Esperti acclamano la Cina per gli sforzi sui diritti umani. La Cina sta adottando un approccio concreto nella protezione dei diritti umani facendo delle persone il focus centrale, sotto la guida del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese con Xi Jinping al centro, hanno affermato gli osservatori. Questo approccio è nettamente diverso da alcuni paesi occidentali che si vantano di proteggere i diritti umani solo gridando slogan, hanno aggiunto».

Da un lato gli slogan, falsi e ipocriti dell’Occidente, dall’altro il pragmatismo e il realismo della Cina guidata con amore e fermezza di principi dal Carissimo Leader Xi Jinping.

Ma chi sono gli autorevoli esperti/osservatori che cita il noto quotidiano del regime cinese? È presto detto: Zoon Ahmed Khan, ricercatore della Belt and Road Initiative presso la Tsinghua University; Li Yunlong, professore presso la Scuola del Partito del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese; Zhang Weiwei, preside del China Institute della Fudan University; Lu Guangjin, segretario generale della China Society for Human Rights Studies, il quale ha avuto l’amabilità di dire che  «il libro che contiene 335 brani dei discorsi di Xi Jinping sul rispetto e la salvaguardia dei diritti umani riflette gli ultimi risultati del Comitato Centrale del PCC nella comprensione della protezione dei diritti umani».

Detto che personalmente ho sempre cercato, nel mio infinitamente piccolo, di demistificare la propaganda dei Paesi occidentali intorno ai cosiddetti “diritti umani”, mi domando, con un minimo di ironia, quale possa essere il significato della «protezione dei diritti umani delle persone sotto la guida del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese con Xi Jinping al centro». Peraltro non escludo affatto che a qualche lettore di queste poche righe possa non dispiacere, anzi, l’«approccio pragmatico basato sulla realtà» ai diritti umani del regime cinese.

Intanto è da notare come la competizione imperialistica tra Cina e Stati Uniti stia assumendo sempre più rapidamente anche la forma di un durissimo scontro politico-ideologico, il che la dice lunga sull’importanza della posta in gioco e sullo stato delle relazioni fra Washington e Pechino.

Aggiunta del 15 dicembre 2021

IL PARTITO CAPITALISTA CINESE CELEBRA IL 20º ANNIVERSARIO DELL’ADESIONE DELLA CINA AL WTO. GLI STATI UNITI ELABORANO IL LUTTO…

Quotidiano del Popolo Online, lunedì 13 dicembre 2021:

«20 anni nella WTO, aumentato notevolmente l’uso di capitali esteri in Cina. Quest’anno ricorre il 20° anniversario dell’adesione della Cina all’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). La mattina del 9 novembre il Ministero cinese del Commercio ha tenuto online una conferenza stampa, illustrando come la Cina abbia attivamente adempiuto delle promesse fatte all’atto dell’adesione alla WTO, come anche il continuo e autonomo ampliamento dell’apertura, la completa partecipazione alla cooperazione economica mondiale e i risultati ottenuti nell’utilizzo dei capitali esteri. Negli ultimi 20 anni l’uso effettivo di capitali esteri da parte della Cina è aumentato dai 388 miliardi di yuan del 2001 agli oltre 999 miliardi di yuan del 2020, un aumento del 157,7%. Si prevede che nel 2021 tale cifra supererà il trilione di yuan».

Gli italici sostenitori del Capitalismo con caratteristiche cinesi hanno di che inorgoglirsi!

Quotidiano del Popolo Online, lunedì 8 dicembre 2021:

«Il commercio estero della Cina ha mantenuto lo slancio della crescita nei primi 11 mesi dell’anno, tra segnali di ripresa economica globale e domanda in crescita. Durante il periodo gennaio-novembre, le importazioni e le esportazioni totali del paese sono aumentate del 22% anno su anno, toccando 35,39 trilioni di yuan (5,55 trilioni di dollari), mostrano i dati ufficiali del 7 dicembre. La cifra, che ha già superato il totale di 32,16 trilioni di yuan del 2020, ha segnato un aumento del 24 percento rispetto al livello pre-epidemia nel 2019, secondo l’Amministrazione generale delle dogane. Sia le esportazioni che le importazioni hanno continuato a crescere di percentuali a due cifre nei primi 11 mesi dell’anno, rispettivamente del 21,8 percento e del 22,2 percento rispetto all’anno precedente. Nel periodo gennaio-novembre, il commercio della Cina con i suoi tre principali partner commerciali – l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico, l’Unione Europea e gli Stati Uniti – ha mantenuto una solida crescita. La Cina ha adottato una serie di misure nel 2021 per incrementare la crescita del commercio estero, tra cui l’accelerazione dello sviluppo di nuove forme e modalità commerciali, l’ulteriore approfondimento delle riforme per facilitare il commercio transfrontaliero, l’ottimizzazione del proprio ambiente imprenditoriale nei porti e la promozione di riforme e innovazione per facilitare il commercio e gli investimenti nelle zone pilota di libero scambio».

Sul Financial Times di oggi Janan Ganesh bacchetta gli Stati Uniti e, più in generale, l’Occidente, il quale non si rassegna al fatto di aver perduto l’antica centralità sulla scena mondiale. «Gli Stati Uniti non sono responsabili dell’ascesa della Cina. L’Occidente, che fatica a capire che il resto del mondo ha una propria agenda, si è pentito di aver permesso l’ingresso della Cina nell’Organizzazione Mondiale del Commercio nel dicembre di venti anni fa e si chiede cosa si sarebbe potuto fare al riguardo. Alcuni, soprattutto negli Stati Uniti e in primo luogo tra i repubblicani, fanno risalire il problema al 1949, quanto gli americani persero la Cina a causa del comunismo. […] Anche le nazioni devono elaborare i loro lutti. Che vengano superati o meno dai cinesi, gli americani si sentono privati del mondo unipolare degli anni Novanta, e si chiedono cosa hanno sbagliato. In apparenza questa autocritica potrebbe sembrare coraggiosa e perfino onesta, ma in realtà essa rappresenta una via di fuga abbastanza facile per non ammettere che un Paese molto più grande e antico degli Stati Uniti era destinato comunque a diventare, o a tornare ad essere, una potenza mondiale una volta avviato il processo di apertura inaugurato da Deng Xiaoping negli anni Ottanta. L’Occidente avrebbe potuto sì ritardare l’ascesa della Cina, ma non impedirla, cosa che non è mai stata in suo potere. L’ascesa di quel Paese sarebbe avvenuta in ogni caso, anche se gli fosse stato impedito l’ingresso nel WTO. Insomma, il resto del mondo agisce per conto proprio, e non tutto quel che vi accade dipende dalle scelte occidentali».

Le «corrette connotazioni di democrazia e diritti umani» secondo i Cari Leader di Cina e Russia. Il presidente Xi Jinping nel vertice virtuale con l’omologo Vladimir Putin del 15 dicembre ha sostenuto quanto segue: «Cina e Russia si sostengono a vicenda, siamo noi il pilastro del vero multilateralismo e della giustizia internazionali. I due Paesi hanno dimostrato attivamente la loro responsabilità di grandi potenze, hanno unito la comunità internazionale per combattere la pandemia, hanno spiegato le corrette connotazioni di democrazia e diritti umani, e sono diventati i pilastri del vero multilateralismo e della salvaguardia dell’equità e della giustizia internazionali» (La Stampa). «A marzo, Cina e Russia hanno firmato un memorandum d’intesa sulla creazione congiunta di una stazione di ricerca scientifica internazionale sulla luna. Si è concluso il mese scorso l’Anno dell’Innovazione Scientifica e Tecnologica Cina-Russia, che ha visto più di 1.000 eventi di scambio sull’innovazione scientifica e la cooperazione. A maggio è iniziata la costruzione delle unità n. 7 e n. 8 della centrale nucleare di Tianwan e le unità n. 3 e n. 4 della centrale nucleare di Xudapu, costituendo il più grande progetto congiunto Cina-Russia nel campo dell’energia nucleare. Un’esercitazione militare congiunta tra Cina e Russia, denominata ZAPAD/INTERACTION-2021, è stata condotta nel nord-ovest della Cina. Le marine militari dei due Paesi hanno condotto la loro prima crociera marittima congiunta e le due forze aeree hanno effettuato il terzo pattugliamento aereo strategico congiunto. I due eserciti hanno rafforzato il coordinamento partecipando all’esercitazione militare antiterrorismo “Missione di pace 2021” degli Stati membri dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e agli International Army Games 2021. In qualità di partner strategici globali di coordinamento per una nuova era, Cina e Russia si supportano a vicenda sulle principali questioni riguardanti gli interessi fondamentali reciproci, si coordinano strettamente sugli affari internazionali e svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento della pace e della stabilità globali, ha dichiarato l’ambasciatore cinese in Russia Zhang Hanhui» (Quotidiano del Popolo Online).

Il mondo attende con una certa trepidazione la risposta dell’Occidente.

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2 pensieri su “SHANGHAI DATA EXCHANGE: UNA NUOVA CONFERMA DELLA SUPERIORITÀ CAPITALISTICA DELLA CINA

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