In questi giorni il nome di Lenin è stato citato come non accadeva da moltissimo tempo dai quotidiani di tutto il mondo e dai mass-media in generale. Il motivo è noto: dobbiamo questa “riscoperta” alle sciocchezze scioviniste blaterate lo scorso lunedì dal dittatore russo Vladimir Putin, il quale in queste ore sovraintende alle operazioni di “denazificazione e pacificazione” dell’Ucraina da parte dell’esercito russo. Ritornerò quanto prima su questa vicenda che gronda sangue e sacrifici da tutte le parti. Adesso per mero sfizio “storiografico” pubblico un articolo, intitolato L’ucraina, scritto da Lenin il 27 giugno del 1917 – Opere, XXV, pp. 83-84, Editori Riuniti, 1967. Buona lettura.
Il fallimento della politica del nuovo governo provvisorio di coalizione si delinea più chiaro. L’”atto universale” sull’organizzazione dell’Ucraina, promulgato dalla Rada centrale ucraina e approvato l’11 giugno 1917 dal congresso delle truppe ucraine, mette a nudo questa politica governativa e fornisce una prova documentata del suo fallimento.
“Senza separarsi dal resto della Russia, senza rompere con lo Stato russo – dice quest’atto –, il popolo ucraino deve avere il diritto di disporre esso stesso della propria vita nel proprio territorio … Tutte le leggi che debbono stabilire l’ordinamento interno qui, in Ucraina, possono essere promulgate soltanto dalla nostra assemblea ucraina; le leggi che stabiliranno l’ordinamento per tutta l’estensione dello Stato russo debbono invece essere promulgate da un parlamento di tutta la Russia”.
Parole assolutamente chiare. Vi si dichiara con assoluta precisione che il popolo ucraino non vuole separarsi dalla Russia. Esso rivendica l’autonomia senza negare minimamente la necessità e l’autorità suprema di un “parlamento di tutta la Russia”. Nessun democratico, per non parlare dei socialisti, oserà negare la piena legittimità e l’autorità delle rivendicazioni ucraine. Nessun democratico può negare il diritto dell’Ucraina a separarsi liberamente dalla Russia: proprio il riconoscimento senza riserve di questo diritto, ed esso soltanto, permette di condurre una campagna per la libera unione degli ucraini e dei grandi russi, per l’unione volontaria dei due popoli in un solo Stato. Proprio il riconoscimento senza riserve di questo diritto, ed esso soltanto, può veramente rompere fino in fondo, irrevocabilmente, col maledetto passato zarista che ha fatto di tutto per rendere stranieri popoli tanto vicini per lingua, per territorio, per carattere e per storia. Il maledetto zarismo ha sformato i grandi russi in carnefici del popolo ucraino, alimentando in ogni modo fra gli ucraini l’odio verso coloro che impedivano perfino ai bimbi ucraini di parlare e di studiare la loro lingua materna.
La democrazia rivoluzionaria della Russia, se vuol essere veramente rivoluzionaria, se vuol essere una vera democrazia, deve rompere con questo passato, deve riconquistare a se stessa, agli operai e ai contadini della Russia, la fiducia fraterna degli operai e dei contadini dell’Ucraina, compreso il diritto alla libera separazione.
Non siamo fautori dei piccoli Stati. Siamo per l’unione più stretta degli operai di tutti i paesi contro i capitalisti, i “propri” e quelli di tutti i paesi in genere. Ma proprio affinché quest’unione sia volontaria, l’operaio russo, non fidandosi per niente e neppure per un momento né della borghesia russa, né della borghesia ucraina, non impone loro la sua amicizia, ma la conquista trattandoli come eguali, come alleati e fratelli nella lotta per il socialismo.
La Riec, giornale dei controrivoluzionari borghesi arrabbiati, folli di furore, si scatena selvaggiamente contro gli ucraini, contro la loro decisione “arbitraria”. L’”atto degli ucraini” sarebbe “un esplicito delitto contro la legge, che esige l’immediata applicazione di severe sanzioni legali”. Non c’è niente da aggiungere a questo attacco dei controrivoluzionari borghesi imbestialiti. Abbasso la borghesia dei controrivoluzionari! Viva la libera unione dei liberi contadini ed operai della libera Ucraina con gli operai e i contadini della Russia rivoluzionaria!
Leggi: TANTO TUONÒ…; FATTI COMPIUTI E “TRATTATIVE DI PACE”; AGGRESSORI E AGGREDITI…; E IL PACIFISMO? NON PERVENUTO!; DEI TORTI E DELLE RAGIONI. MA DI CHI?; TRASFORMARE LA PREPARAZIONE DEL CONFLITTO ARMATO IN CONFLITTO SOCIALE GENERALIZZATO!; L’IMPERIALISMO VIENE DA OVEST E DA EST; IL CAPITALISMO COSTRUISCE LA GUERRA NEL CUORE DELLA SUA “PACE”; PENSARE LA RIVOLUZIONE OLTRE LE IDEOLOGIE NOVECENTESCHE; LA SINDROME DI MONACO; ESSERE VLADIMIR PUTIN; L’IMPERIALISMO ENERGETICO DELLA RUSSIA
Pingback: TANTO TUONÒ… | Sebastiano Isaia
L’ha ripubblicato su Meditazioni digitali.
Guerra in Ucraina. Proteste si sono svolte il 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione dell’Ucraina, in 54 città della Russa per chiedere la pace. I giovani protestano a Mosca e San Pietroburgo, e molti vengono arrestati dalla polizia in assetto antisommossa. Si contano anche numerosi «picchetti solitari», di singoli attivisti che vanno in piazza con cartelli pacifisti. Vengono rapidamente arrestati. Inutile aggiungere che in Russia oggi – ma anche ieri, per la verità – manifestare il proprio dissenso è un’attività estremamente rischiosa, e chi finisce in galera deve vedersela con un sistema carcerario che fa spavento:
«I detenuti vengono tenuti fermi mentre vengono stuprati, le urla spaccano i timpani, i tentativi di resistenza sono futili. Si vede l’immagine di un detenuto tenuto fermo sulla branda, completamente nudo. Un agente penitenziario lo stupra con una lunga sbarra rossa. Si tratta di uno dei filmati pubblicati su Gulagu.net, un progetto contro la corruzione e la tortura in Russia che riunisce oltre 19mila difensori e volontari. Video inediti girati di nascosto all’interno delle carceri russe che per la crudeltà di immagini, bisogna avere uno stomaco forte vederli fino alla fine. Avviso ai lettori: le immagini delle violenze subite dai detenuti sono davvero molto forti e disturbanti» (Il Dubbio).
https://www.ildubbio.news/2022/02/24/russi-video-choc-delle-torture-e-le-violenze-sessuali-nelle-carceri/
Pingback: ALCUNE RIFLESSIONI SULLA GUERRA IN CORSO IN EUROPA | Sebastiano Isaia
Pingback: UCRAINA. SHARING THE SHAME | Sebastiano Isaia
Pingback: TROTSKY E LA NARRAZIONE DEL MACELLAIO DI MOSCA | Sebastiano Isaia
Pingback: PER UN ANTIMPERIALISMO ATTIVO E INTRANSIGENTE. ALTRO CHE “NEUTRALITÀ ATTIVA”! | Sebastiano Isaia
Pingback: GUERRA E – COSIDDETTA – PACE | Sebastiano Isaia
Pingback: IL PREZZO DA NON PAGARE | Sebastiano Isaia
Pingback: RIFLESSIONI SUL MACELLO UCRAINO | Sebastiano Isaia
Pingback: L’INSIDIA UCRAINA NELLA GRANDE GUERRA | Sebastiano Isaia