TUTTE LE STRADE DELL’IMPERIALISMO PORTANO IN AFRICA

Tutte le strade dell’imperialismo portano in Africa. Lo sfruttamento intensivo delle risorse umane e naturali del “Continente Nero”, con ciò che quella profittevole attività comporta in termini di distruzione ambientale, crisi sociali e violenza politico-militare, è ormai cosa risaputa. Nella sempre più accesa competizione ad accaparrarsi le enormi e qualitativamente assai pregiate risorse naturali di cui l’Africa dispone spiccano i seguenti Paesi: Cina, Stati Uniti, Russia, Francia, Italia e Turchia.

Qui intendo solo segnalare un fatto che ai miei occhi appare molto interessante, ossia il mondo in cui la Cina sta reagendo alle iniziative “africane” del Giappone. Dal 27 al 28 agosto si è tenuta in Tunisia l’ottava Tokyo International Conference on African Development (TICAD) guidata dal Giappone. «Qual è il vero scopo dell’assistenza giapponese all’Africa?», si domanda la stampa agli ordini del regime cinese. Leggiamo la “diplomatica” ma non poco appuntita risposta:

«Nella struttura economica mondiale, lo sviluppo economico dell’Africa è relativamente arretrato ed è positivo che la comunità internazionale fornisca ad essa sostegno economico, tuttavia alcuni paesi hanno altri scopi. In questa conferenza sullo sviluppo africano, il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha annunciato in un video discorso che il suo paese investirà 30 miliardi di dollari in Africa e formerà 300mila talenti all’Africa nei prossimi tre anni, sostenendo che il Giappone si svilupperà insieme all’Africa. Kishida ha anche sottolineato in particolare che l’aiuto fornito dal Giappone “è diverso da quello della Cina”. Il più grande quotidiano giapponese Asahi Shimbun ha affermato in un articolo pubblicato il 28 che il primo ministro Kishida dovrebbe rafforzare le relazioni con i paesi africani per fronteggiare l’influenza cinese. Per i paesi africani la domanda principale è questa: l’assistenza offerta dal Giappone serve allo sviluppo africano o ai propri interessi? Come hanno detto molti analisti, il motivo per cui negli ultimi anni Tokyo ha mostrato l’intenzione di rafforzare l’assistenza all’Africa consiste nel fatto che vorrebbe contrastare la Cina e, nel frattempo, comprarsi un seggio di membro permanente alle Nazioni Unite. In qualità di paese perdente nella II Guerra mondiale, nonostante abbia compiuto progressi in ambito economico, il Giappone abbia continuato a cercare di ottenere un più elevato status politico e di aderire ai cosiddetti “paesi normali”, questa volta il Giappone ha dimostrato di nuovo il tentativo di considerare l’Africa un “serbatoio di voti” e di aggiungere condizioni supplementari. L’Africa rappresenta un enorme mercato per la cooperazione internazionale, invece di un campo per il gioco a somma zero. Fumio Kishida ha proclamato che il Giappone si svilupperà insieme all’Africa e dovrà far sì che i popoli africani siano considerati in modo paritario, rispettoso e in una logica di mutuo beneficio, come ha fatto la Cina» (Quotidiano del Popolo Online).

Sottotesto: solo la Cina ha veramente a cuore gli interessi dei Paesi africani. Detto altrimenti, la competizione tra la Cina e il Giappone è destinata ad estendersi sul continente africano. La torta africana è eccellente e fa gola a tutti i saccheggiatori di risorse, di profitti e di mercati. Il Celeste Imperialismo è ottimamente piazzato sul Continente Africano e di certo farà di tutto per ostacolare le altrui ambizioni.

A proposito della penetrazione cinese in Africa come «nuova forma di colonialismo», scrivevo su un post del 2018 (La natura dell’imperialismo cinese): «La Cina dei nostri tempi sembra aderire perfettamente, e sempre cambiando quel che c’è da cambiare, al modello “classico” di imperialismo appena abbozzato, e quindi esporta e prepara, insieme ai suoi competitori, le condizioni oggettive dei conflitti bellici e sociali ovunque entrino in gioco i suoi interessi economici e strategici: in Asia, in Africa, in America Latina. Com’è noto, questo modello è particolarmente attivo in Africa, un continente che ormai da anni vede il Celeste Imperialismo al vertice della catena alimentare del Capitalismo mondiale. In Africa, il Capitalismo/Imperialismo con caratteristiche cinesi sfrutta e saccheggia risorse umane e naturali forse come nessun altro Paese occidentale è oggi in grado di fare, e con ciò stesso promuove lo sviluppo capitalistico di molti Paesi africani. Rinvio al mio post L’Africa sotto il celeste imperialismo».

2 pensieri su “TUTTE LE STRADE DELL’IMPERIALISMO PORTANO IN AFRICA

  1. C’è una certa tensione…

    Dal Quotidiano del Popolo Online:

    «Durante la conferenza stampa ordinaria convocata il primo settembre dal ministero degli esteri cinese, un giornalista ha rivolto una domanda sulla diffusione da parte del Giappone dell’idea di “minaccia cinese”. A tal proposito il portavoce Wang Wenbin ha riferito che la Cina ha espresso il suo punto di vista molte volte ed ha aggiunto che da un certo periodo il Giappone ha continuato a diffondere questa idea come pretesto per giustificare il proprio militarismo aggressivo. Tale azione trasmette alla comunità internazionale un segnale pericoloso: Tokyo vuole rovesciare l’ordine internazionale stabilito dopo la II Guerra Mondiale, un tentativo che dovrebbe destare la seria attenzione della comunità internazionale».

  2. Adolfo Urso, Corriere della Sera, 11/9/2022:

    «Vado a illustrare la nostra posizione in politica estera, di difesa e di sicurezza. E a riaffermare la posizione atlantica dell’Italia. (…) Infine a cercare di evidenziare l’importanza di sviluppare una politica comune per contrastare la guerra ibrida permanente, come l’ha definita Macron, dei sistemi totalitari di Russia e Cina nei confronti dell’Occidente. E per questo sollecitare una maggiore attenzione nei confronti del Mediterraneo e dell’Africa. È in Africa che si vince la sfida tra Oriente e Occidente».

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