Per Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, «La situazione Covid-19 in Cina rischia di rappresentare una futura bomba biologica. Anziché tacere per sempre, visto che per loro la Cina rappresenta una vera tomba e le loro teorie si sono dimostrate false e infondate, i no vax hanno ripreso a mistificare. Che pena». Ci risiamo? Che disgrazia!
Sembrava che almeno dalle nostre parti, in Occidente, ci fossimo lasciati dietro le spalle definitivamente l’incubo pandemico, con annessa “guerra ideologica” fra No Vax e Sì Vax, così da poter gustare come si deve l’incubo bellico. Dalla “guerra al virus” siamo infatti passati senza soluzione di continuità alla guerra all’uomo. Alludo ovviamente alla guerra in corso in Ucraina come parte di un conflitto sistemico (imperialistico) assai più ampio. A differenza di molti politici e intellettuali, personalmente ho sempre trovato azzeccata, per così dire, la metafora bellica applicata alla politica antipandemica, ma in un senso affatto peculiare: essa rinvia alla guerra esistenziale che questa Società-Mondo conduce tutti i giorni contro l’umanità, in generale, e contro le classi subalterne, in particolare. Senza dimenticare poi il trattamento particolarissimo che la nostra società riserva alla natura, considerata perlopiù una risorsa da sfruttare nel modo più profittevole possibile. Com’è prezioso il “capitale-natura”! Anche se ovviamente il “capitale umano” non ha paragoni quanto a importanza nel processo di produzione della ricchezza sociale nella sua odierna forma capitalistica. per dirla con il solito Marx, «Il capitale è violenza sociale organizzata».
Il concetto di Società-Mondo intende infatti esprimere la realtà del dominio planetario dei rapporti sociali capitalistici, realtà che invita a collocare la crisi pandemica nel giusto contesto sociale e geosociale: oggi come ieri non ha alcun senso, ad esempio, parlare di “virus cinese”, perché le cause che hanno generato la pandemia associata al Coronavirus e i suoi effetti sui singolo Paesi hanno appunto una dimensione mondiale e una precisa matrice sociale. Sono gli interessi economici che spingono lo Stato a ridurre al minimo indispensabile gli investimenti che non generano profitto, né nell’immediato né nel lungo periodo, e questo spiega, ad esempio, le “magagne” che osserviamo sempre di nuovo nel sistema sanitario pubblico – pagato, è bene ricordarlo, dai “contribuenti”: nessun pasto è gratuito nel capitalismo! Più che di Stato assistenziale dovremmo piuttosto parlare di Stato assistito dai contribuenti con tasse e balzelli di vario genere. Per non parlare della delocalizzazione della produzione dei più elementari presidi medico-sanitari (mascherine, guanti, ecc.) nei Paesi che possono produrli a minor costo e che ha determinato all’inizio della prima ondata pandemica una loro drammatica penuria in Italia e non solo. Questo per fare due soli esempi. Sulle molteplici cause che hanno scatenato la crisi sociale capitalistica mondiale chiamata pandemia ho cercato di dar conto nei miei diversi post dedicati alla questione pubblicati a partire dal 5 febbraio 2020. Li ho raccolti in questo post: Il virus e la nudità del dominio (2020/2022).
Fa poi particolarmente ridere chi “a destra” parla di «virus comunista» e chiama in causa il «comunismo» come ideologia repressiva e mortifera (1): come se il regime cinese avesse qualcosa a che fare, anche alla lontana, con il comunismo! Come ho scritto altrove (e piuttosto spesso), da Mao Tse-tung a Xi Jinping la storia della Cina moderna appartiene al Libro nero del capitalismo. Ma i “destri”, che ovviamente hanno tutto l’interesse a dar credito alla ciclopica menzogna del “comunismo” cinese (come ieri lo avevano a proposito del “comunismo” russo), sono ben poca cosa, quanto a sostanza escrementizia, rispetto ai tifosi del capitalismo con caratteristiche cinesi che in queste ore stanno cercando di salvare il prestigio del Celeste Imperialismo, il quale oggi deve fare i conti con non pochi problemi sociali che ne incrinano la credibilità anche agli occhi dell’opinione pubblica internazionale (2).
Intanto il Partito Capitalista Cinese fa sapere che il regime reagirà con forza al malevole tentativo di «un piccolo numero di Paesi e regioni, come Usa e Giappone, che vede la riapertura della Cina come un’altra possibilità per diffamare Pechino. Su tratta di uno sporco trucco politico per sabotare i 3 anni di sforzi cinesi nella lotta al Covid e per attaccare il sistema»(Global Times). I nemici della Cina fanno invece intendere che Pechino potrebbe usare il contagio come arma non convenzionale per «attacchi ibridi», come altri «Stati canaglia» hanno usato e usano i migranti per destabilizzare l’economia e la società dei Paesi occidentali. come sappiamo, la competizione interimperialistica non è un pranzo di gala.
Il regime cinese ha avuto tre anni di strategia Zero-Covid per preparare le condizioni di un’uscita graduale del Paese dallo stato di emergenza antipandemico, per irrobustire le sue strutture sanitarie e sviluppare farmaci adeguati, ma evidentemente la propagandata superiorità del «socialismo con caratteristiche cinesi nella nuova era» sull’Occidente, che proprio dalla crisi sanitaria mondiale avrebbe dovuto ricevere la sua definitiva sanzione, aveva i piedi d’argilla. Spettacolare poi è stato il cambio di narrazione sul Coronavirus, che da minaccia letale e imminente che giustificava i durissimi lockdown imposti con ottuso rigore alla gente dalle autorità centrali e periferiche, è diventato nel giro di qualche ora un problema non poi così grave e comunque gestibile senza ricorrere allo stato di eccezione sanitario permanente. E non è affatto detto che non si ritorni nel giro di qualche ora al vecchio regime antipandemico. Sempre per il bene supremo del popolo cinese, inutile dirlo.
(1) «Sono passati quarant’anni dalla tragedia nucleare di Chernobyl, e la cosa si ripete con il Covid, tragedia innescata e sfuggita di mano non per colpa di un virus ma di un paese comunista, la Cina, che sarà anche il più grande e potente al mondo ma che purtroppo comunista resta» (A. Sallusti, Libero Quotidiano).
(2) Il Carissimo Leader centuplica i suoi sforzi propagandistici: «In occasione del 70esimo anniversario della nascita del Movimento Sanitario Patriottico, il Segretario generale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, capo di Stato e Presidente della Commissione Militare Centrale, Xi Jinping, ha fornito indicazioni importanti, dichiarando che negli ultimi 7 decenni, sotto la leadership del PCC, il Movimento Sanitario Patriottico ha continuato a mettere al centro la salute del popolo e a dare importanza alla prevenzione. Il movimento ha svolto un ruolo importante nel cambiare in meglio la situazione sanitaria delle zone urbane e rurali, nel fornire una risposta efficace alle principali malattie infettive e nell’elevare il livello di governance della salute sociale. Xi Jinping ha espresso la speranza che i compagni nel fronte sanitario patriottico di tutta la Cina continuino ad aderire alle intenzioni originali e missione, ereditino e sviluppino le buone tradizioni, arricchiscano la connotazione del lavoro, innovino metodi di lavoro per offrire un nuovo contributo all’edificazione di una “Cina in Salute”» (Quotidiano del Popolo Online, 27/12/2022). L’amore per il popolo esibito dal Partito-Regime è davvero commovente! Purché, beninteso, sia un popolo devoto al Celeste Leviatano. Ma questo vale per tutti i Paesi del mondo: internazionalisti proletari siamo!
Cina: produzione di forniture mediche anti-COVID-19 a pieno regime
Cina. Il regime fa sapere che «La produzione di forniture mediche anti-COVID-19 è a pieno regime»: La Cina sta aumentando la produzione di varie forniture mediche per prevenire e curare le infezioni da COVID-19, in seguito all’ottimizzazione della risposta anti-epidemica del Paese. Molte fabbriche in tutto il Paese stanno lavorando 24 ore su 24 per produrre mascherine, kit per il test dell’antigene, medicinali antifebbrili e antidolorifici, ecc., al fine di garantire un approvvigionamento sufficiente a chi ne ha bisogno.
Nell’ultimo anno, la Cina ha continuato a mantenere la sua posizione di seconda economia mondiale. Nel 2022, anno di recessione globale, l’economia cinese è stata resiliente, promettente e dinamica, con intatti i suoi fondamentali parametri positivi a lungo termine e rimane il più potente motore di crescita economica mondiale. Nell’ultimo anno, la pandemia del secolo è stata ripetutamente respinta e il mondo è stato scosso da Omicron. Il governo cinese si è sempre attenuto al primato del popolo e della vita, alla prevenzione e al controllo dell’epidemia in modo scientifico e preciso, ha ottimizzato e adattato le misure di prevenzione e controllo in risposta alla situazione e ha ottenuto risultati notevoli nell’integrazione tra sviluppo economico, prevenzione e controllo della pandemia» (Quotidiano del Popolo Online, martedì 03 gennaio 2023).