UMANO, FIN TROPPO UMANO. PRATICAMENTE UNA PARODIA DI UMANITÀ

Il guaio era che non esisteva ancora un metodo sicuro per riconoscere le creature (H. Kuttner, Quelli fra noi).

Leggo sul Riformista di ieri:

«A Nick Cave hanno fatto leggere il testo di una canzone scritta “nello stile di Nick Cave” dal software di intelligenza artificiale ChatGpt commissionata da un utente. E Re inchiostro ha sentenziato: “Una schifezza, una grottesca presa in giro di ciò che significa essere umani”. Il musicista e compositore, autore tra i più prolifici e raffinati al mondo ha dato il suo parere sul sito The Red Hand Files. L’intelligenza artificiale è stata rilasciata lo scorso novembre daOpen AI, in grado di generare testi di ogni genere, dalle sceneggiature alle poesie, anche imitando gli stili degli autori. E Mark da Christchurch, in Nuova Zelanda, ha scritto alla newsletter di Cave: “Ho chiesto a Chat Gpt di scrivere una canzone nello stile di Nick Cave e questo è ciò che ha prodotto. Cosa ne pensi?”. E gli ha mandato il testo della canzone: “Sono il peccatore, sono il santo / sono il buio, sono la luce / sono il cacciatore, sono la preda / sono il diavolo, sono il salvatore”. Una specie di caricatura insomma. E infatti Cave ha definito Chat Gpt un esercizio di “replica come parodia”. Senza mezzi termini insomma. “L’orrore emergente dell’AI ci spinge verso un futuro utopico, forse verso la nostra totale distruzione. Chi può dire quale? A giudicare da questa canzone ‘nello stile di Nick Cave’, però, non ha un bell’aspetto, Mark. L’apocalisse è a buon punto”».

Come ho scritto nei miei post dedicati al feticismo tecnologico, l’orrore non emerge tanto dalla cosiddetta Intelligenza Artificiale, quanto essenzialmente dalla società mondiale dominata da rapporti sociali disumani e disumanizzanti. Si tratta infatti di rapporti sociali di dominio (economico, politico, ideologico, culturale, psicologico) e di sfruttamento (degli esseri umani e della natura). Più che Artificiale, l’Intelligenza è Capitalistica. Non c’è nessun futuro distopico e distruttivo che ci aspetta, caro Nick: il futuro è già qui, e ormai da un bel po’.

Della società di ricerca OpenAI di San Francisco avevo scritto qualcosa su un post dello scorso giugno: UMANO, FIN TROPPO UMANO.

P.S. Il commento non è stato scritto da Chat Gpt nello stile di Sebastiano Isaia, non più che una pessima caricatura del noto comunista di Treviri.

Leggi: Sul potere sociale della scienza e della tecnologiaIo non ho paura – del robotRobotica prossima futura. La tecnoscienza al servizio del dominio; Capitalismo cognitivo e postcapitalismo. Qualunque cosa ciò possa significareCapitalismo 4.0. tra “ascesa dei robot” e maledizione salarialeAccelerazionismo e feticismo tecnologico

6 pensieri su “UMANO, FIN TROPPO UMANO. PRATICAMENTE UNA PARODIA DI UMANITÀ

  1. L’INTELLIGENZA NON È ARTIFICIALE, È CAPITALE

    Ogni intelligenza ha la sua stupidità.
    Robert Musil

    Scrive Giuseppe De Ruvo: «L’intelligenza artificiale, ideologia dell’algoritmo universale, non serve a capire e meno ancora a dominare il mondo. Proprio in quanto pretende di pensarlo a partire da una formula ecumenica, trascura i diversi punti di vista da cui deriva l’analisi geopolitica» (Limes, 29/12/2022). Chi è il soggetto: l’Algoritmo Universale o chi lo usa per raggiungere certi obiettivi? Chi pretende di pensare il mondo, magari per dominarlo, «a partire da una formula ecumenica»? Forse De Ruvo avverte, come i politici, gli artisti, gli intellettuali, i giornalisti, gli operai, la concorrenza dell’Intelligenza Artificiale? La geopolitica è troppo intelligente per lasciarla in mano all’Algoritmo Universale? Può darsi; intanto rischiamo tutti di diventare obsoleti da un momento all’altro e di perdere il lavoro!

    «Nel magistrale testo intitolato L’idea fissa, Paul Valéry tuona: “Non si sa più come raccogliere tutto ciò che si vince alla lotteria dell’esperienza. I risultati parlano tutti insieme”. La straordinaria capacità del contemporaneo di produrre fatti porta l’essere umano al supremo spaesamento: come ordinare la complessità? Come fare a non rimanere – ancora nelle parole di Valéry – “ciechi, impotenti, anche se armati di conoscenze e carichi di potere”»? Il problema non sono i fatti, piuttosto ci manca la capacità di raccoglierli, di fare sintesi tra di essi». A mio modesto avviso il problema sono proprio i fatti, o, più esattamente, la società che li produce e che ci rende ciechi e impotenti perché non ne controlliamo la dinamica e le “leggi” che presiedono al suo sviluppo. Le nostre conoscenze scientifiche e le nostre capacità tecnologiche sono infatti impotenti dinanzi al Moloch capitalistico, il quale si serve della cosiddetta Intelligenza Artificiale per meglio dominare, controllare e sfruttare gli esseri umani e la natura. In questo peculiare significato l’Intelligenza non è Artificiale ma Capitale. Il Capitale inteso in primo luogo come rapporto sociale. L’umanità del XXI secolo non ha bisogno di nuove conoscenze tecnoscientifiche ma di una nuova (rivoluzionaria) consapevolezza.

  2. SOTTO A CHI TECH! I GIGANTI DELLA TECNOLOGIA HANNO CAPITO CHE L’UNICO MODO PER SUPERARE LA CRISI CHE HA COLPITO IL SETTORE È L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

    Scrive Arcangelo Rociola: «Microsoft mette le mani su OpenAI e le sue ricerche sull’intelligenza artificiale. La società guidata da Satya Nadella ha annunciato investimenti “multi milionari e pluriennali” nel laboratorio da cui è nato ChatGpt. […] Diverse fonti interne, citate dai media Usa, parlano di investimenti per 10 miliardi nei prossimi anni. Che andrebbero ad aggiungersi all’altro miliardo che Microsoft ha già investito nella società tra il 2019 e il 2021. […] La notizia del nuovo investimento in OpenAI arriva a poco meno di una settimana dopo l’annuncio da parte di Microsoft di un massiccio piano di licenziamenti. 10.000 lavoratori mandati a casa per arginare l’impatto del rallentamento dell’economia, che già frena la domanda di nuovi software e dispositivi. Anche Google ha annunciato 12.000 licenziamenti la scorsa settimana. Stesse cause. Recessione e peggioramento del quadro macroeconomico. […] L’Intelligenza artificiale è la leva che serve per lanciare il prossimo ventennio di innovazioni» (La Stampa, 24/01/2023).

    Licenziamenti, ristrutturazione tecnologica, produzione di nuovi prodotti (sempre più “intelligenti”, ovviamente): un classico del capitalismo – di ieri, di oggi e di domani.

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