XI JINPING TRA CIGNI NERI E RINOCERONTI GRIGI

In attesa di poter apprezzare in tutta la loro strabiliante potenza i missili balistici cinesi, abbiamo avuto modo di apprezzare i missili retorici sparati dalla leadership cinese nel corso dell’ultima Assemblea Nazionale del Popolo che ha eletto all’unanimità (che sorpresa!) Xi Jinping Presidente «per un terzo storico mandato». Il Presidente cinese è stato rieletto, sempre all’unanimità, anche al vertice delle Forze Armate, come Presidente della Commissione Militare Centrale; la sua rielezione al «vertice supremo» del Paese segue di pochi mesi la riconferma di Xi al vertice del Partito Capitalista Cinese come Segretario generale, avvenuta come si ricorderà al termine del XX Congresso del Partito che si è celebrato lo scorso ottobre. Scrivendo Capitalista ho inteso affermare una verità sostanziale mediante un errore formale: chi legge saprà perdonarmi, spero. Della suscettibilità degli italici tifosi del capitalismo/imperialismo con caratteristiche cinesi poco, anzi nulla m’importa.

Ovviamente Putin non ha fatto mancare il suo devoto apprezzamento nei confronti del «nucleo del Partito»: «La Russia apprezza molto il vostro contributo personale al rafforzamento delle relazioni tra i nostri Paesi. Sono certo che agendo insieme, garantiremo lo sviluppo di una fruttuosa cooperazione russo-cinese in vari campi». Soprattutto in quello teso a ristabilire la “pace nel mondo”… Xi ha risposto riconfermando la partnership (che non significa, almeno per adesso, alleanza strategica) «senza limiti» con la Russia. Proprio oggi «la Gran Bretagna pubblica la sua Integrated Review, libro bianco della Difesa, in cui salgono i toni. La Cina ora viene definita “una sfida che definirà un’epoca: Pechino e la Russia ci minacciano con un mondo segnato da pericoli, disordini e divisioni. Il loro riavvicinamento desta molta preoccupazione» (Il Corriere della Sera). Inutile dire che per Pachino e Mosca le cose stanno esattamente all’opposto: sono gli occidentali, con in testa gli Stati Uniti, a minacciare la pace nel mondo e l’armonia capitalistica fra le nazioni con la loro «mentalità da guerra fredda». È il bello della “relatività” degli interessi in gioco! Intanto tutti (soprattutto gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone e la Germania) si armano a più non posso. Naturalmente per preservare la pace nel mondo. È difatti quanto ha dichiarato ad esempio il 4 marzo, durante una conferenza stampa a Pechino, Wang Chao, portavoce della prima sessione dell’Assemblea Nazionale del Popoloe: «L’aumento del budget per la difesa della Cina [+7,2%, che porta il budget a 224 miliardi di dollari, contro gli 858 miliardi di dollari, + 11,7%, degli Stati Uniti e i 50 miliardi di dollari, +26%, del Giappone] è appropriato e ragionevole. La modernizzazione militare della Cina non sarà una minaccia per nessun altro Paese. Al contrario, sarà positiva per salvaguardare la stabilità regionale e la pace mondiale» (Quotidiano del Popolo Online). Personalmente non nutrivo alcun dubbio sulle eccellenti intenzioni del Celeste Imperialismo, mentre molti ne nutro sulle intenzioni sempre più bellicose dell’Imperialismo Occidentale. Lo so, non sono obiettivo: due imperialismi, due misure! Ma su questo delicato aspetto dell’attuale crisi interimperialistica mondiale spero di poter ritornare tra qualche giorno, magari commentando l’annunciato tour “pacifista” del Carissimo Leader cinese in Europa.

La scorsa settimana Massimo Cacciari evocava sulla Stampa la «Pax romana per mettere fina alla guerra infinita», concludendo il suo articolo con questa apocalittica previsione:  «Alla fine rimarrà solo un impero».   Intanto sul Corriere della Sera Guido Santevecchi rifletteva sul «Linguaggio apocalittico, che evoca morte, catastrofe, guerra» del ministro degli Esteri cinese Qin Gang, il quale ha dichiarato che «gli Stati Uniti parlano di competizione e negano di volere un conflitto, ma in realtà hanno costituito una strategia di contenimento e soppressione di tutte le aspirazioni legittime della Cina: questo è un gioco a somma zero in cui uno muore e uno vive». A quanto pare la suggestione apocalittica è lo spirito del tempo. La «guida scientifica per raggiungere nuovi successi e affrontare rischi e sfide sempre più gravi» (cioè Xi Jinping) ama invece parlare di «cigni neri» e «rinoceronti grigi». Che tempi interessanti!

Aggiunta del 15 marzo 2023

XI JINPING E LA CIVILTÀ CAPITALISTICA GLOBALE

Il Celeste Imperialismo si muove ormai a tutto campo. Economia, tecnologia, scienza, politica, geopolitica, militarismo, ideologia: non c’è attività di respiro mondiale che non veda la presenza sempre più forte e dinamica della Cina, la quale si propone sempre più apertamente e orgogliosamente al mondo come la sola realistica alternativa al cosiddetto modello occidentale, presentato da Pechino come un modello in crisi che tende ad escludere gran parte delle civiltà che compongono la «Civiltà Globale». E di «Civiltà Globale» ha appunto parlato oggi Xi Jinping a Pechino nel suo «discorso programmatico» rivolto ai partecipanti del «Dialogo ad alto livello tra il PCC e i partiti politici mondiali» (Quotidiano del Popolo Online). Chi siano questi «partiti politici mondiali» non sono riuscito a capirlo. Non escludo la presenza al prestigioso evento di qualche italiano tifoso del capitalismo/imperialismo con caratteristiche cinesi nella nuova era.

«Xi Jinping ha sottolineato che attualmente il futuro di tutti i paesi è legato strettamente. Le diverse civiltà convivono in modo inclusivo e si scambiano e apprendono, ciò valorizza un ruolo insostituibile nella promozione del processo della modernizzazione sociale dell’umanità e prosperità del giardino delle civiltà mondiali. In tale occasione ha proposto l’Iniziativa per la Civiltà Globale. Xi Jinping ha sottolineato che occorre proporre e rispettare la diversità tra le civiltà del mondo, insistere sul mutuo rispetto, apprendimento, dialogo e inclusione, portando avanti gli scambi tra le civiltà superando le divisioni, e facendo in modo che l’apprendimento reciproco superi i conflitti e l’inclusione superi i privilegi. Il presidente cinese ha sottolineato che occorre proporre congiuntamente i valori comuni degli esseri umani. Pace, sviluppo, uguaglianza, giustizia, democrazia e libertà sono gli obiettivi comuni dei popoli di tutti i paesi. È necessario comprendere le conoscenze delle diverse civiltà sul contenuto del valore, e non imporre agli altri i propri valori e i propri modelli, né fare confronti ideologici» (QdPO).

Si comprende come al centro di questo grandioso «giardino delle civiltà mondiali» debba esserci il Celeste Imperialismo, garante appunto delle diversità (culturali, economiche, sociali, politiche) che caratterizzano le varie civiltà. La Cina infatti non dice agli altri Paesi come meglio sfruttare, controllare e opprimere la loro popolazione: padroni in casa propria! E aperti alla collaborazione sul piano mondiale: è il sogno di un pacifico imperialismo mondiale! Perché la «Civiltà Globale» di cui parla il Presidente cinese altro non è ciò che chi scrive chiama Imperialismo Unitario, con questa sostanziale differenza: quest’ultimo è unitario nel senso che nasce sul fondamento dello stesso rapporto sociale (quello capitalistico, oggi dominante su scala planetaria) e che sfrutta e opprime su scala mondiale la classe dei nullatenenti, mentre al suo interno esso è estremamente diviso, contraddittorio e conflittuale. Di qui le guerre sistemiche (economiche, politiche, militari), inevitabili nella Civiltà Capitalistica Globale.


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Un pensiero su “XI JINPING TRA CIGNI NERI E RINOCERONTI GRIGI

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