Nel concetto del capitale è insito che le condizioni oggettive
del lavoro assumano una personalità contrapposta al lavoro,
o, ciò che è lo stesso, che esse siano poste come proprietà
di una personalità estranea all’operaio (Karl Marx) [1]
Per comprendere come nel Capitalismo del XXI secolo si configura la struttura di classe della società e in quali forme si dà il dominio di classe, occorre a mio avviso dotarsi di uno strumento teorico (di una “concezione”) in grado di spingere il pensiero critico-radicale oltre la caotica palude della mera apparenza, la quale, come ammoniva il comunista di Treviri, spesso ci restituisce la realtà in termini capovolti. Sebbene abbia un taglio molto particolare occasionato, come detto sopra, dalla lettura di un determinato libro, questo scritto rappresenta il mio contributo a questo prezioso sforzo teorico e politico.
[1] K. Marx, Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica (Grundrisse), II, p. 146, La Nuova Italia, 1978. Nel precedente post ho definito la «personalità» di cui parlava Marx nei termini di un soggetto sociale che impone la sua volontà a tutta la comunità.