SOLIDARIETÀ UMANA/PROLETARIA, NON PATRIOTTICA!

Per quel che vale, esprimo la mia umana/proletaria, non patriottica, solidarietà ai medici, al personale infermieristico, ai lavoratori dell’industria e della logistica la cui saluta e la cui stessa vita sono esposte a una crisi sanitaria creata da questa Società-Mondo. Di fatto tutti questi lavoratori sono militarizzati e precettati. «”Non siamo carne da macello” é stato detto dagli operai di alcune aziende della provincia di Brescia che chiedono la sospensione dell’attività per 15 giorni» (La Repubblica). Appunto, carne da macello. Altro che “eroi”, altro che “angeli della nostra salute”! «Non siamo angeli come gli infermieri, siamo cassieri e scaffalisti in un supermercato. Stiamo rischiando la vita perché costretti. Cerchiamo di farci piacere ciò che facciamo sperando possiate trovare pane, latte e farina ogni giorno. Se vi manca il cumino state a casa mannaggia a voi» (La Stampa). In tempi di crisi sociale la guerra tra poveri è sempre in agguato.

Dietro la sempre più odiosa e stucchevole retorica patriottica del «Siamo tutti italiani» e dell’«Andrà tutto bene» (sic!) si cela la realtà di una società che ci espone a ogni sorta di sofferenza, di violenza e di rischio. È sulle gambe dei rapporti sociali capitalistici, non su quelle dei virus, che marcia il nostro nemico, un nemico che ci dichiara guerra tutti i giorni.

«Che sospendendo il lavoro, non dico per un anno, ma solo per un paio di settimane, ogni nazione creperebbe, è una cosa che ogni bambino sa» (K. Marx). È in momenti di crisi sociale come quella che stiamo vivendo che si apprezza l’eccezionale (rivoluzionaria) verità contenuta in quella riflessione che a qualcuno potrebbe apparire del tutto ovvia. Peccato che i lavoratori non comprendano ancora quale immenso potere sociale sia concentrato nelle loro mani. Chissà se mai lo comprenderanno. Lo scopriremo solo vivendo – forse…

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