Per il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, «La mossa del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stata una mossa di grande intelligenza e responsabilità che ha spiazzato le forze politiche. Mai come adesso abbiamo la necessità di fare sistema». Fare sistema, cioè a dire sostenere questa escrementizia società che non solo sfrutta i lavoratori e se ne libera tutte le volte che ne ha la convenienza/necessità, ma che li espone anche al rischio della malattia e della morte, come accade in questi tempi particolarmente malsani. Non c’è che dire, i lavoratori italiani sono in ottime mani.
Ancora il “simpatico” Landini: «Abbiamo bisogno al più presto di un governo nel pieno della sue funzioni e di un coinvolgimento delle parti sociali molto più forte. E questo non vuole dire sostituirsi alla politica o al governo ma di dire la nostra ed essere coinvolti nella progettazione del futuro». Dal leader del sindacalismo collaborazionista e parastatale non ci si può aspettare che una politica collaborazionista, appunto.
«Sicuramente Draghi è una persona autorevole, e sicuramente può essere una persona utile»: su questo Landini ha ragione da vendere, per così dire. Si tratta piuttosto di capire utile a chi, a che cosa. Non certo alle classi subalterne: dire questo sarà poco ma quantomeno è sicuro. «Non vorrei si stesse pensando alle poltrone [sic!] anziché a cosa fare per il bene del Paese». Quando si parla del «bene del Paese» quasi mi commuovo. Quasi. A proposito! Si scrive “Paese” ma si legge società capitalistica, ovviamente.
I sinistrati sono divisi: c’è chi appoggia Draghi («È il male minore!») e c’è chi rimpiange Conte («È il male minore!»). Della serie: Miserabilandia – comunque vada a finire l’ennesima farsa italiota. C’è la farsa e purtroppo c’è anche la tragedia: l’esistenza di un enorme gregge umano ancora disposto a seguire i vecchi e i nuovi padroni.