È NELLA NATURA DEL VIRUS MUTARE. E IN QUELLA DEL CAPITALISMO CREARE DISASTRI

Da Los Angeles Times:

«Tulio De Oliveira ha detto che l’insorgenza di Omicron in un paziente incapace di eliminare rapidamente il virus è stata “la storia di origine più plausibile” per la più recente variante di preoccupazione al mondo. Ricercatori negli Stati Uniti e in Europa hanno visto insorgere coronavirus con mutazioni spaventose in pazienti COVID-19 le cui difese naturali sono state soppresse da farmaci per combattere il cancro, gestire malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide o impedire il rigetto degli organi trapiantati. De Oliveira ha avvertito per mesi che le persone con maggiori probabilità di generare tali mutazioni nell’Africa sub-sahariana sono gli 8 milioni affetti da HIV non riconosciuto o mal trattato. In gran parte giovani, non vaccinati e con un sistema immunitario debilitato, queste persone potrebbero “diventare una fabbrica di varianti per il mondo intero”, ha detto.

Il dottor Bruce Walker, immunologo e direttore fondatore del Ragon Institute di Cambridge, ha messo in guardia contro la stigmatizzazione dei pazienti le cui condizioni possono dare origine a varianti. Ma l’emergere di Omicron da un paziente con infezione prolungata è una buona scommessa, ha detto. “Sappiamo che in un contesto di grave compromissione immunitaria, il virus può rimanere nel corpo di qualcuno per molto tempo e fare copie di sé stesso più a lungo, commettere errori e sfuggire a ciò che resta del sistema immunitario di un tale paziente”, ha detto Walker.

In un saggio pubblicato nell’edizione di giovedì della rivista Nature, De Oliveira e tre colleghi sudafricani hanno avvertito che “l’Africa è stata completamente lasciata indietro”, poiché i vaccini, i medicinali e le forniture per i test COVID-19 sono accumulati dai paesi ricchi del mondo. Se quei paesi non riusciranno ad aiutare i paesi africani a controllare sia l’HIV che il COVID-19, hanno scritto gli scienziati, ciò minerà i loro sforzi per estinguere la pandemia in tutto il mondo.

È possibile che l’Omicron circoli da mesi da qualche altra parte, accumulando costantemente cambiamenti genetici (era presente nei Paesi Bassi il 19 novembre, quasi una settimana prima dell’annuncio di De Oliveira). Se la variante è maturata in paesi in cui il sequenziamento genetico è raro o assente, potrebbe aver volato sotto il radar fino a quando non è arrivato in Sud Africa, già carica di mutazione. “È nella natura del virus mutare”».

È invece nella natura del Capitalismo creare disastri di ogni tipo: economici, ambientali, sanitari, bellici, ecc., ecc., ecc. La crisi sociale capitalistica chiamata Pandemia è appunto una catastrofe da imputare interamente alla società dominata dal Capitale, la quale ha oggi una dimensione planetaria. Anche per questo attribuire una nazionalità al Coronavirus e alle sue diverse varianti ha un senso solo in chiave propagandistica e geopolitica, mentre non ne ha alcuno dal punto di vista “scientifico”. Di certo la cosa non ha alcun senso dal punto di vista di chi lotta contro il capitalismo mondiale.

La Pandemia mostra con mortifera evidenza il carattere planetario del Capitalismo, il cui «processo lavorativo quale capitale, [si dà] come lavoro morto che domina e succhia fino all’ultima goccia la forza-lavoro vivente» (*). E il Capitale può «smungere» con sempre maggiore energia e precisione il plusvalore dai lavoratori grazie alle «potenze mentali» della scienza, le quali sono «poteri del capitale sul lavoro». Dal punto di vista umano il Moloch capitalistico trasuda morte, concettualmente e realmente, da tutti i pori.

Credo che l’articolo del Los Angeles Times qui riportato illustri bene ciò che intendo per natura squisitamente sociale della “crisi pandemica” che ormai da due anni imperversa per il mondo peggiorando drammaticamente le condizioni di vita delle classi subalterne, e aggiungendo altro veleno nella vita di tutti – o quasi tutti. Come mi capita di dire spesso, soprattutto in polemica con i cultori del Complotto (più o meno mondiale), il “complotto” ai danni dell’umanità è a cura del processo sociale oggettivo. Lo so che agli occhi dei “complottisti” la mia tesi ha un fascino pari allo zero, ma mi consolo pensando che anche presso gli “scientisti” non godo di buona reputazione, diciamo.

A proposito della variazione dei virus per un errore di “copiatura” del patrimonio genetico rimando al mio post L’intelligenza del virus.

 (*) K. Marx, Il Capitale, I, p. 467, Editori Riuniti, 1980.

Aggiunta del 5 dicembre 2021

Scrive la filosofa Donatella Di Cesare polemizzando con il 55esimo Rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese: «Le parole non sono neutrali. E nello studio del Censis a impressionare non sono tanto le cifre, in parte già prevedibili, quanto i termini usati. Prima fra tutte la parola “irrazionalità”, ripresa e rilanciata un po’ ovunque senza troppi scrupoli. Si tratta però di un modo di stigmatizzare e condannare una parte, circa tre milioni e forse più, esimendosi al contempo da ogni riflessione politica. Il che è quasi più grave. […] La vulgata anticomplottista non serve a nulla e, anzi, impedisce di comprendere un fenomeno complesso che peraltro riguarda tutti. Si calcola che ormai più del 40 per cento dei cittadini delle democrazie occidentali crede che il proprio governo sia manovrato da forze occulte, multinazionali ignote ed estranee. Perché il potere, che pure si esercita con violenza, sembra senza volto e senza nome. In questo senso il complottismo, che non ha nulla a che vedere con magia e stregoneria del passato, è il fenomeno caratteristico di questo XXI secolo» (La Stampa).

Si tratta del potere sociale che concettualizzo come Capitale, un “Impero del Male” anonimo e dal carattere sempre più aggressivo – “a 360 gradi”: dalla sfera economica a quella politica e geopolitica, da quella culturale e ideologica a quella psicologica. Fu Marx a definire il Capitale nei termini, appunto, di una potenza sociale astratta (ma dagli effetti molto concreti!), anonima (cioè essenzialmente impersonale) e senza una bandiera che non sia quella del Profitto, e proprio per questo necessariamente ostile ed estranea «all’uomo in quanto uomo». Cerchiamo disperatamente di dare un nome e un volto a qualcosa che non solo non controlliamo e che non comprendiamo nell’essenza, ma che ci controlla sempre più totalmente e ciecamente nonostante siamo noi stessi a generare questa sconcertante condizione sociale, sempre di nuovo e con l’ausilio di una potentissima strumentazione tecnoscientifica. Che su questa base fioriscano i mille fiori dell’irrazionalità (molti dei quali riconducibili senz’altro al pensiero tardo razionalista e scientista) è cosa che non può certo stupire l’anticapitalista, tutt’altro.

Questa Società-Mondo è strutturalmente e necessariamente irrazionale, e l’evento pandemico ne ha data l’ennesima, e purtroppo non ultima (inutile fare gli scongiuri: bisognerebbe piuttosto “fare” la rivoluzione!), dimostrazione.

Sulla Pandemia leggi anche:  Il Virus e la nudità del dominio (2020-2021); Il capitalismo genera agenti patogeni; Qualche riflessione sui nostri calamitosi ed emergenziali tempi; Miseria dell’individualismo. E dei suoi nemiciLa deriva antiscientifica… Il senso della scienza per il dominio di classe; Il Virus e la nudità del Dominio (I).

2 pensieri su “È NELLA NATURA DEL VIRUS MUTARE. E IN QUELLA DEL CAPITALISMO CREARE DISASTRI

  1. Un’amica mi “messaggia” quanto segue: «Caro Sebastiano, sottopongo alla tua attenzione l’articolo di Nicola Casale No pass, fascismo, fascisti (Sinistrainrete) che considero un ottimo lavoro. Un abbraccio».

    https://sinistrainrete.info/societa/21734-nicola-casale-no-pass-fascismo-fascisti.html

    La mia risposta:

    Ciao! Gli ho dato una rapida scorsa e l’ho trovato davvero interessante, molto ben scritto, condivisibile in linea generale. Ho fatto copia-incolla dell’articolo e mi riservo di rileggerlo con più calma. Per quanto mi riguarda, anche se l’intero proletariato fosse favorevole all’obbligo vaccinale e all’uso discriminatorio del Green Pass, io dichiarerei lo stesso la mia opposizione di principio a quell’obbligo e a quell’uso, e continuerei a denunciare il carattere squisitamente capitalistico dell’evento pandemico e a mettere in luce le conseguenze sociali (economiche, politiche, istituzionali, geopolitiche, ideologiche, psicologiche) della cosiddetta «guerra al Virus» – che in realtà è l’ennesima guerra capitalistica contro l’umanità, in generale, e le classi subalterne in particolare. Altri continueranno a divertirsi (della serie: dimmi come ti diverti, e ti dirò chi sei) sparando sulla Croce Rossa del Complottismo e dell’Irrazionalismo, mostrando così un’indigenza politica e teorica che ovviamente sono ben lungi dal poter riconoscere. Ti ringrazio ancora per la segnalazione e ti saluto. Una buona giornata!

  2. Pingback: COME STABILIZZARE LO STATO DI EMERGENZA FACENDO DI ESSO LA “NUOVA NORMALITÀ” | Sebastiano Isaia

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