NESSUNO TOCCHI SOCRATE! PARDON, FUSARO…

Socrate_1Leggo da qualche parte: «Diego Fusaro non va da Casapound. Per il saggista e ospite televisivo era previsto un incontro in via Napoleone III a Roma il 21 febbraio insieme ai fascisti del terzo millennio, per parlare di Marx». Fusaro spiega così la grave decisione: «L’incontro è stato reso impraticabile dagli insulti e dalle minacce, ma soprattutto da un fraintendimento politico ormai troppo diffuso, per cui, se accetti il dialogo, di fatto aderisci alle idee dei tuoi interlocutori. Ma così si uccide Socrate! Un filosofo deve dialogare con tutti, anche con chi la pensa diversamente, per fargli cambiare idea, per criticare le sue idee». Ora, siccome anch’io sul mio blog ho preso di mira diverse volte il bravo saggista nonché ospite televisivo, ci tengo a dissociarmi pubblicamente da chi lo ha così improvvidamente minacciato.

A differenza di Fusaro-Socrate, il sottoscritto non ha nulla a che fare con la gentaglia che l’ha preso di mira minacciandolo fisicamente. Basta leggere il mio commento alla notizia del suo incontro con i “ragazzi di CasaPound”, per capire quanto piacere mi facesse la cosa, semplicemente perché l’incontro veniva a suffragare una mia certa tesi: le posizioni socialnazionaliste del filosofo “marxista” sono nei tratti essenziali sovrapponibili a quelle dei suoi interlocutori destrorsi. Non il tradimento della fede antifascista gli ho dunque rimproverato (ripeto, il mio antifascismo è del tutto estraneo all’antifascismo sinistrorso di matrice stalinista di chi gli ha intimato di non andare dove Socrate lo portava), ma piuttosto l’indigenza più estrema in materia di pensiero critico, celata dietro un’invidiabile erudizione e a una notevole capacità comunicativa. Che Fusaro partecipi o meno all’incontro famigerato (per gli antifascisti di cui sopra), il mio giudizio sulla sua posizione politica non muta di un millimetro.

A mio avviso ciò che “sputtana” il filosofo del momento non è il suo voler parlare con tutti («Ho sempre parlato con tutti: con Rifondazione, col Pd, con Forza Italia»), ma piuttosto le sue posizioni politiche sul Sovranismo e sulla politica estera, posizioni che sono del tutto inconciliabili con gli «ideali di emancipazione umana» che egli dice di portare «avanti da sempre, gli stessi ideali per cui Marx ha lottato tutta la vita». Proprio gli stessi? Nutro qualche piccolo dubbio a tal proposito.

«I presunti “fascisti di merda” cercano il confronto. Gli amici comunisti promettono bastonate»: così scriveva Francesco Borgonovo il 14 febbraio su Libero. Ecco, ci tengo a chiarire che il mio punto di vista radicalmente critico sulle concezioni (non sulla persona) di Fusaro non ha nulla a che spartire né con i “fascisti di merda” (precisato anche che per me fascismo e democrazia non sono che strumenti di controllo e di oppressione al servizio dello stesso sistema di dominio, e come tali li avverso allo stesso modo*), né con gli «amici comunisti» amanti delle maniere sbrigative.

Sempre Borgonovo informava che «a CasaPound, il 21, la conferenza su Marx si terrà comunque. Sia che Fusaro decida di partecipare sia che, per non rischiare che il clima peggiori, decida di restare a casa. Sembra di essere negli anni di piombo. Com’è che diceva Marx? Ah, già: la storia si ripropone come farsa». O come macchietta? Inutile dire che per me il giovane filosofo «comunista nel senso di Marx» (altra piccola, diciamo pure piccolissima perplessità da parte di chi scrive) ha un ruolo di spicco nell’italica sceneggiata che si consuma all’ombra del simulacro che porta il nome (e solo quello) dell’ubriacone di Treviri.

444px-Aparicio_SocrateLeggo dal Corriere della Sera del 14 febbraio: «Ecco di cosa avrebbe parlato Fusaro a CasaPound: “Oggi più che mai è necessaria, di Marx, la tensione verso l’emancipazione dalla reificazione capitalistica e dalla violenza dell’economia globale; Marx insegna a lottare per una comunità di individui liberi, uguali e fratelli. Il comunismo novecentesco è morto, ma sopravvive il comunismo ideale eterno». A parte ogni altra considerazione (anche sul «comunismo ideale eterno», immangiabile brodaglia ideologica buona solo per il palato degli intellettuali sinistrorsi), c’è da dire che, almeno per come la penso io, il «comunismo novecentesco» di cui parla Fusaro altro non fu che un regime capitalistico contrabbandato appunto per comunismo e/o «socialismo reale».

Insomma, il problema non è che il filosofo più amato dai sovranisti di tutte le tendenze politico-ideologiche vada a parlare con i “fascisti di merda” per narrargli le sue intellettualistiche riflessioni intorno alla «reificazione capitalistica» e alla «violenza dell’economia globale», quanto piuttosto che a tutti i suoi interlocutori egli propali la gigantesca menzogna storica sul «comunismo storico», il quale ancorché «morto» rappresenta ancora oggi un macigno posto tragicamente sopra la stessa idea di un’emancipazione anticapitalistica in vista di «una comunità di individui liberi, uguali e fratelli».

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Leggi: FASCISMO/DEMOCRAZIA

Leggi: FASCISMO/DEMOCRAZIA

* A causa di questa posizione, che considero il minimo sindacale per una concezione che si sforza di essere critico-radicale, io stesso sono stato accusato a più riprese di «oggettivo fiancheggiamento del fascismo» da molti “comunisti” (leggi stalinisti) duri e puri. Almeno in questo, non sono secondo a nessuno!

Vedi anche:
Le cattive analogie storiche dei post-stalinisti
Il Marx dei fasciostalinisti
Essere senza coscienza – di classe
Il katéchon “comunista” di Diego Fusaro
La resa incondizionata degli amici del macellaio di Damasco

5 pensieri su “NESSUNO TOCCHI SOCRATE! PARDON, FUSARO…

  1. Completamente d’accordo. Contribuisco postando qui, a mo’ di commento, quello che di Fusaro scrivevo altrove la settimana scorsa:

    1. La maggior parte di coloro che si definiscono marxiani o marxisti, oggi, sono più esattamente dei keynesiani radicali, talvolta ispirati da una sensibilità socialista di tipo pre-marxista (alla Sismondi per intenderci) e talvolta sedotti dalla deriva nazionalista del socialismo novecentesco. Il primo problema è che Marx ha scritto tutto quello che ha scritto, e nella maniera in cui lo ha scritto, *proprio* per confutare le ingenuità dei socialisti della sua epoca; il secondo problema è che i marxisti hanno lavorato ampiamente *proprio* alla critica dell’economia keynesiana; e il terzo problema è che qualcuno, *proprio* combattendo le derive nazionaliste del socialismo, ci ha pure rimesso la pelle (RIP Rosa Luxemburg). Di tutta evidenza, sta andando in onda un gigantesco malinteso.

    2. Il pretesto per questa piccola puntualizzazione mi è dato dalla visione delle omelie televisive del “marxista immaginario” Diego Fusaro. Il suo pensiero economico – del tutto impermeabile ai fatti, del tutto indifferente alle analisi – consiste nella ripetizione meccanica di moduli retorici e citazioni filosofiche fuori contesto, rese tra loro coerenti da una sapiente opera di banalizzazione. Quando Fusaro parla di politica, viene il sospetto che non abbia mai aperto un giornale. O in caso contrario, che avrebbe tranquillamente potuto risparmiarselo. La sua specialità è un’altra: accumulare citazioni autorevoli come un cricetino previdente, e tirarle fuori una dietro l’altra per impressionare la platea. Questa è, sfortunatamente, l’idea di filosofia che insegnano nelle università italiane. E in questo – la sua brillante carriera universitaria ne testimonia – Fusaro è un maestro.

    3. Ma il più grande segno della ciarlataneria di Fusaro è appunto l’evocazione del feticcio Marx in un contesto ideologico in cui farlo entrare significa fraintendere la Storia intellettuale di un secolo intero. Ma che importa? Nel canone fusariano dei pensatori decontestualizzati, Marx è una figura retorica che serve a evocare prima l’idea che il capitalismo sia una cosa molto brutta, e tanto basta, e poi che basterà “ristabilire il primato della politica” per riarrangiare ogni cosa. Insomma lasciamo stare le innumerevoli sfumature in nome delle quali si sono giocate fin troppe battaglie: l’importante è essere anticapitalisti (leggi: nazional-keynesiani) rossi o bruni che siate! Eppure nessuno si sarebbe sognato di dire che autori senza dubbio “anticapitalisti” come Sombart, Sorel, Spengler o Pound, o autori senza dubbio “filo-capitalisti” come Keynes, fossero *marxisti*. Oggi invece Fusaro parla in televisione con toni da propagandista degli anni Venti e poi d’un tratto qualcuno si stupisce che vada a parlare a CasaPound! Come se gli slogan di CasaPound non li avesse già difesi in lungo e in largo. Il problema non è parlare coi fascisti, il problema non è nemmeno parlare da fascisti, perlomeno io questi problemi non me li faccio: il problema è banalizzare le idee e appiattire la Storia. E anche in questo – la sua brillante carriera televisiva ne testimonia – Fusaro è un maestro.

  2. devo fare abiura: non avrei mai creduto che diffondere il modesto pensiero previano (del quale Fusaro fa una stucchevole e acritica ripetizione) attraverso la rete avrebbe prodotto tali danni

    a mio avviso l’ anticapitalismo di Fusaro si riassume nel andare nella direzione opposta a quella verso cui tende il capitale, capitale che diventa una elaborata pianificazione politico-economica diretta da una oligarchia finanziaria
    se il piano include il mercato mondiale si difenderà il mercato nazionale, se lo zeitgeist impone l’individualismo gli si opporrà il comunitarismo ( ossia un neo-collettivismo) ecc

    alla faccia della dialettica oggettiva e del punto di vista della totalità, come dire che si citano marx e lukacs tanto per riempirsi la bocca

    il problema ovviamente non è la purezza dei riferimenti accademici, cosa di cui non ci può fregare di meno, ma per lo meno rompersi un pò la testa con il carattere sociale della totalità capitalistica è obbligatorio per chi si spaccia per filosofo del XXI secolo

  3. Da Facebook:

    F. B.: Sebastiano Isaia, ti leggo sempre con grande interesse. Mi hai fatto venire la curiosità di capire cosa dicesse questo Fusaro, che non conoscevo bene. Sono andato sulla sua pagina FB e ho aperto un video in cui fa un´analisi “filosofico-politica” di Renzi. A me sembra che ignori totalmente la storia e la politica italiana, magari sarebbe il caso di regalargli qualche buon testo per studiare, perché qui non siamo manco all´ABC. Ignora totalmente la storia della sinistra italiana! Per il resto, non mi sembra il caso di dargli troppa importanza, parla per frasi fatte, come il “primo della classe”. Mi sembra un caso di protagonismo quasi mitomane, che sfocia nel patologico.

    Sebastiano Isaia: Ciao Fabio. Ti ringrazio per l’attenzione. Come mi capita spesso prendo di mira certi personaggi esclusivamente per sviluppare alcune tesi critiche. Lo chiamo metodo strumentale. Ti ringrazio nuovamente e ti auguro un’ottima giornata. Ciao!

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