KIEV. ANCORA SANGUE A PIAZZA MAIDAN

1390468211-1390468060-10Nuovo sangue scorre a Kiev. Ieri a piazza Maidan* si sono contati almeno 20 morti, mentre centinaia sono i feriti e i manifestanti arrestati. Dopo qualche giorno di apparente dialogo con l’opposizione “europeista”, il regime filo-russo del Presidente Victor Yanukovich ha deciso di usare nuovamente le maniere forti, adesso che cominciano ad arrivare i primi “aiuti” dalla Russia. Naturalmente Mosca ha ancora una volta accusato l’Occidente di voler sobillare il popolo ucraino per impedirgli di nutrire quella “fraterna amicizia” con la vicina Russia che è scritta nella storia dei due paesi.

«Il popolo ucraino, senza esagerazione, sta versando il proprio sangue in nome dei valori europei per una società libera e giusta. Spero che lo apprezziate». Così scriveva lo scrittore ucraino Jurij Andruchovych in una lettera ai media occidentali del 5 febbraio. Io non solo non apprezzo questo salasso di sangue, ma in nome degli interessi delle classi subalterne dell’Ucraina e del mondo intero lo denuncio come una vera e propria tragedia.

È sufficiente un minimo di coscienza critica per capire che i cosiddetti «valori europei» altro non sono che gli interessi del Capitalismo-Imperialismo occidentale, così come i “valori” difesi dalla Madre Russia che parla con la virile voce di Putin corrispondono agli interessi del Capitalismo-Imperialismo russo. Sarebbe bello vedere il proletariato ucraino lottare per i propri esclusivi interessi materiali e politici, cosa che lo porterebbe a scontrarsi con tutte le fazioni capitalistiche del Paese: con quelle che guardano a Ovest come con quelle che guardano a Est. Per mutuare ignobilmente l’ubriacone di Treviri, contro il proletariato tutte le cosche (nazionale e sovranazionali) capitalistiche sono unite. Sarebbe bello, ma temo che nei prossimi giorni il film racconterà un’altra storia.

Sperando di poter ritornare sull’argomento con nuove riflessioni, mi permetto un’autocitazione (da L’Ucraina e i sinistri profeti) e un rimando ai miei precedenti post sull’Ucraina.

* «Le manifestazioni di Maidan Nezhaleznosti, Piazza Indipendenza (per inciso, maidan significa piazza, ma i giornalisti italiani continuano a dire “piazza maidan”)» (Dario Quintavalle, Limes, 24 febbraio 2014). A saperlo prima…

310x0_1392787987635_UcrainaGiulietto Chiesa non si smentisce. Quando si dà l’occasione di prendere le parti per l’Ovest o per l’Est, lui si schiera puntualmente dalla parte degli avversari dell’imperialismo occidentale. Che questi soggetti sono a loro volta imperialisti allo stesso titolo che gli odiai “occidentali”, ebbene questo per Chiesa rappresenta un dettaglio insignificante, mentre per me la cosa appare dirimente quando si tratta da che parte stare. Già, da che parte stare?

Per me bisogna stare sempre e comunque dalla parte della prospettiva dell’emancipazione dei dominati, ossia contro tutti gli imperialismi, contro tutti gli Stati-nazione (a cominciare dallo Stato-nazione di casa propria, a Kiev come a Roma, a Mosca come a Washington, a Pechino come a Tokyo), contro ogni forma di Sovranismo (economico, politico, culturale), in una sola parola: contro quel rapporto sociale capitalistico che oggi ha una dimensione planetaria. L’imperialismo sistemico (totale, globale, radicale nell’accezione più pregnante, direi “esistenziale”, del concetto) del XXI secolo fa impallidire l’Imperialismo analizzato a suo tempo da J. A. Hobson e impallinato da Lenin. Come mi è capitato di dire altre volte, è una miserrima illusione quella che spinge non pochi sinistri a credere di portare acqua al mulino delle classi subalterne occidentali appoggiando le ragioni delle classi dominanti che hanno interessi strategici diversi oppure opposti da quelli coltivati e perseguiti dai Paesi occidentali, a cominciare dagli Stati Uniti e dalla Germania – magari solo fintanto che quest’ultima non deciderà di mettersi alla testa del partito antiamericano, come ai bei tempi di Adolf.

Illudersi di fare la storia, anziché limitarsi a criticarla (si parla di me, è ovvio!), saltando sulla groppa dell’Imperialismo ritenuto “tatticamente” più utile al progresso umano (sic!), può giusto allettare una mosca cocchiera.

[…]

Scrivevo a proposito dell’Intrigo ucraino: «Dal carcere di Kharkiv dove è rinchiusa, Yulia Tymoshenko ha invitato gli ucraini a sollevarsi contro Yanukovich: “Milioni di ucraini devono alzarsi, non lasciare le piazze finché le autorità non saranno state rovesciate con metodi pacifici”, scrive la leader dell’opposizione in una lettera letta ai giornalisti dalla figlia Evghenija. La sua liberazione era una delle condizioni centrali avanzate dalla Ue per la firma dell’Accordo di associazione» (Il Sole 24 Ore, 30 novembre 2013). Ovviamente chi aderisce a un punto di vista minimamente critico-radicale non può che denunciare la tragica circostanza che vede i dominati ucraini affrontare la polizia per sostenere (magari ammaliati dalle sempre più false speranze di benessere e di libertà made in Occidente, ma forse anche memori della miseria e dell’oppressione made in Russia) il “partito occidentale”, oppure (magari nostalgici della grandeur della Russia Sovietica: «Si stava meglio quando si stava peggio!», ma forse anche atterriti dalla prospettiva di una guerra europea sul suolo ucraino) il “partito orientale”. “Oggi una guerra fra le grandi nazioni d’Europa è quasi impensabile”, scriveva Robert Kagan qualche anno fa. Appunto: quasi. D’altra parte, la guerra sistemica “fra le grandi nazioni” è in corso. Ovunque nel mondo, e non solo nel Vecchio Continente. Come dimostra appunto l’attuale intrigo ucraino, il cui esito è tutt’altro che scontato».

Le tesi di Giulietto Chiesa, il suo modo di approcciare il problema in oggetto, nonché le “alternative” che egli offre alla discussione politica, non escono di un solo millimetro dalla logica del confronto interimperialistico, e per questo le sue analisi geopolitiche (e ancora una volta non faccio della facile ironia) sono dense di violenza e grondano metaforico sangue. Metaforico, peraltro, solo fino a un certo punto.

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L’UCRAINA E I SINISTRI PROFETI DI CASA NOSTRA

L’IMPERIALISMO ENERGETICO DELLA RUSSIA

L’UCRAINA DA LENIN A LUCIO CARACCIOLO

QUANDO UNA STATUA DI LENIN (O DI MARX) CADE

INTRIGO UCRAINO

18 pensieri su “KIEV. ANCORA SANGUE A PIAZZA MAIDAN

  1. Da Facebook

    S. M.: C’è qualcuno da appoggiare, qualche organizzazione, il partito comunista ucraino o non so chi oppure sono tutti da criticare? Saluti.

    Sebastiano Isaia: Occorre appoggiare, in Ucraina come in Italia e ovunque nel mondo, esclusivamente l’autonoma iniziativa “a 360 gradi” dei dominati, ossia lavorare in questa direzione, dal momento che la realtà è tutt’altra. Per quanto riguarda l’Ucraina, non conosco “partiti comunisti” di sorta, se non di nome, ossia di osservanza stalinista o post-stalinista. Ciao!

    D.N.: Appoggiare le autonome iniziative dei dominati? Dobbiamo appoggiare qualsiasi espressione del movimento che abolisce il presente stato di cose, fosse pure portata avanti dalla borghesia o dalla peggiore feccia reazionaria.
    L’operaismo è un’altra delle mistificazioni ideologiche del marxismo. Infatti, siccome le idee dominanti (anche tra il proletariato) sono sempre quelle della classe dominante, dovremmo forse appoggiare un proletariato genuinamente e autonomamente reazionario rispetto al movimento reale? Certamente no. E per quale motivo non dovremmo appoggiare una borghesia che, inconsapevolmente, lavora per noi e fa gli interessi della rivoluzione?
    ossia lavorare in questa direzione, dal momento che la realtà è tutt’altra.

    Sebastiano Isaia: Grazie D. perché mi offri l’occasione per chiarire un concetto: si tratta di lavorare nella direzione dell’autonomia di classe, che oggi, come ho peraltro scritto, non esiste. A volte l’esigenza della sintesi e la chiarezza del pensiero non si alleano, almeno nel mio caso. Naturalmente sono perfettamente d’accordo con il Marx dell’Ideologia Tedesca a proposito dell’ideologia dominante, né concedo molto credito allo spontaneismo di ogni genere. Per quanto riguarda il rapporto tra «movimento reale» e astuzia del processo sociale(«per quale motivo non dovremmo appoggiare una borghesia che, inconsapevolmente, lavora per noi e fa gli interessi della rivoluzione?») non ho capito se fai dell’ironia o se affermi una tesi. In quest’ultimo caso non concordo neanche un po’. Ti ringrazio nuovamente e ti saluto. Ciao!

  2. Da Facebook:

    UCRAINA!

    1914-2014: toccarsi le parti basse è giusto?

    Scrive Giulietto Chiesa sul Fatto Quotidiano di ieri: «L’Ucraina va in pezzi e tutti gli equilibri, interni ed esterni sono compromessi. Io grido a gran voce che questa crisi è stata voluta e costruita dall’Occidente. Dunque aspettiamoci altri disastri. America e Europa sono in crisi, in una crisi sempre più grave. Il caos è il modo migliore per occultarla. È da quella parte che viene ormai la minaccia di guerra». Solo da quella parte?

    L’Europa e gli Stati Uniti «lavorano per la guerra», dice Chiesa. La Russia pure, aggiungo io. Anche in Siria. Tutte le potenze e tutte le classi dominanti lavorano contro gli interessi dei dominati per conservare e ampliare i loro interessi. Ovunque nel mondo. Per questo in Italia la risposta adeguata alla condizione sociale di chi subisce gli attuali rapporti sociali di dominio e di sfruttamento non è «chiedere al nostro governo che richiami Bruxelles e la Nato al rispetto delle regole [sic!] (non mi faccio illusioni, ma dobbiamo farlo)», ma piuttosto schierarsi contro tutte le potenze coinvolte nell’intrigo ucraino e contro tutte le cosche capitalistiche nazionali e sovranazionali. Non mi faccio illusioni, ma dobbiamo farlo!
    S. I.

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