Secondo Robert D. Kaplan, «L’imperialismo oggi viene da Est»: «Gli intellettuali non smettono di denunciare l’Occidente per il suo retaggio imperialistico. Ma l’imperialismo che avanza oggi è a Est. La Russia e la Cina sono decise a fagocitare l’Ucraina e Taiwan, rispettivamente eredità delle dinastie Romanov e Qing. La tecnologia ha intensificato questa lotta per una geografia imperiale. La guerra tra grandi potenze è diventata immaginabile grazie alla ridotta enfasi sulle bombe termonucleari in un’era di missili ipersonici, armi autonome letali e guerra dell’informazione» (La Repubblica). Morale della favola: «Biden contenga Mosca e Pechino».
Io che intellettuale non sono, sostengo invece che l’imperialismo non è un retaggio del cosiddetto Occidente, ma una sua evidente realtà. E allo stesso tempo affermo la natura altrettanto imperialista della Cina e della Russia. A questo proposito ricordo la seconda esercitazione marittima congiunta tra Cina, Russia e Iran che si è tenuta nelle acque del Golfo dell’Oman dal 18 al 20 gennaio: «L’esercitazione mirava ad approfondire la cooperazione pratica tra le tre marine coinvolte, dimostrando la buona volontà e la capacità delle tre parti nel mantenere congiuntamente la sicurezza marittima e costruire attivamente una “comunità dal futuro condiviso in mare”, infondendo nuova energia positiva nella pace e nella stabilità della regione» (Quotidiano del Popolo Online). Come no!
Non c’è grande potenza che non dica di operare per la pace e per la stabilità, mentre è la concorrenza che opera, sempre e puntualmente, in senso contrario. Il problema, per l’anticapitalista, è che la propaganda degli opposti imperialismi trova terreno fertile anche (se non soprattutto) tra le classi subalterne di tutti i Paesi, a conferma che non si sbaglia mai a sparare a palle incatenate e senza sosta contro il nazionalismo, il patriottismo e lo sciovinismo – a cominciare ovviamente dal proprio Paese.
Qui è solo il caso di ricordare che dal punto di vista anticapitalista l’imperialismo è un fenomeno sociale tipico del moderno capitalismo che ha nel militarismo solo una delle sue molteplici espressioni. L’imperialismo è radicato in rapporti sociali di dominio e di sfruttamento il cui cuore pulsante va individuato nella creazione e nell’appropriazione della ricchezza sociale nella sua attuale forma capitalistica. Come ho scritto su un post di qualche giorno fa, peraltro ripetendo vecchie ma non invecchiate (tutt’altro!) tesi, il conflitto armato è la continuazione della competizione capitalistica sistemica (economica, tecnologica, scientifica, ideologica, geopolitica) con altri mezzi. Lungi quindi dall’essere un’escrescenza maligna formatasi sul corpo della società capitalistica, l’imperialismo ne è invece una necessaria e caratteristica espressione; è l’attuale Società-Mondo colta nella sua complessa e contraddittoria totalità che deve essere considerata un’escrescenza maligna che non smette di crescere sul corpo dell’umanità.
Scrive Marco Corno su Notizie Geopolitiche: «Kiev si trova oramai tra “l’incudine e il martello” e probabilmente farà fatica a reggere alla schiacciante pressione geopolitica proveniente dall’esterno, a cui si aggiunge una forte crisi interna. Se ciò dovesse accadere, lo stato ucraino si trasformerebbe in un “buco nero” che risucchierebbe tutto ciò che lo circonda, trascinando obtorto collo direttamente la Russia e indirettamente gli Stati Uniti in una guerra che avrebbe delle ripercussioni catastrofiche per l’intero continente europeo, per la NATO e per il futuro dell’Unione Europea. In questi giorni la diplomazia lavora all’interno di un contesto regionale in cui la situazione potrebbe sfuggire al controllo di tutti gli attori coinvolti perché in Ucraina si decidono non soltanto le sorti dell’Europa ma anche il balance of power dell’intero ordine internazionale». E delle sorti delle persone “in carne ed ossa”, non si parla? No, perché la bilancia del potere imperialistico mondiale schiaccia uomini e donne, necessariamente, facendole scomparire dalla scena. L’imperialismo mondiale (dagli Stati Uniti alla Cina, dall’Unione Europea alla Russia, ecc.) è un buco nero che oggi risucchia la possibilità per l’umanità di vivere umanamente, e che domani potrebbe risucchiare anche la “nuda vita” di milioni di persone.
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