DUE PAROLE SULLA CRIMEA

78546L’ex Segretario di Stato Hillary Clinton sembra voler mettersi alla testa dei falchi a stelle e strisce che rimproverano a Obama un atteggiamento troppo debole e indeciso a proposito del sempre più caldo e aggrovigliato intrigo ucraino.  Ecco cosa avrebbe dichiarato l’ex First Lady nel corso di un incontro elettorale in California tenutosi a porte chiuse (diciamo socchiuse):

«L’operato di Vladimir Putin in Crimea ricorda quello di Hitler prima della Seconda Guerra Mondiale. Quello che sta accadendo in Ucraina ha qualcosa di familiare. È quello che Hitler fece negli Anni Trenta. A tutti i tedeschi “etnici”, i tedeschi di ascendenza che vivevano in Cecoslovacchia, in Romania e in altri luoghi, Hitler continuava a dire che non erano trattati bene. Diceva: “devo andare a proteggere il mio popolo”. La missione di Putin appare quella di voler ripristinare la grandezza russa, riaffermando in particolare il controllo sui Paesi dell’ex Unione Sovietica. Quando guarda l’Ucraina, Putin vede un luogo che crede essere, per sua natura, parte integrante della “Madre Russia”».

Quando Putin dichiarò, all’inizio della crisi in Crimea, che Mosca avrebbe difeso con ogni mezzo la vita e gli interessi dei cittadini russi ovunque essi vivano, a molti osservatori di politica internazionale e a molti storici balenò subito alla mente la Germania di Hitler affamata di «spazio vitale». Una sorta di riflesso condizionato che a mio avviso ha un suo fondamento, naturalmente cambiando quel che c’è da cambiare, come è sempre giusto fare quando si mettono a confronto differenti eventi storici.

mktumb640aCiò che tuttavia rende legittimo, almeno ai miei occhi, l’accostamento azzardato dalla Clinton è la natura imperialistica dei due fatti storici. Natura che ovviamente accomuna tutti i protagonisti di ieri e di oggi, compresi gli Stati Uniti d’America, i quali dalla Prima guerra mondiale in poi hanno indossato i panni dei paladini della democrazia e della civiltà occidentale, pronti a versare il proprio e l’altrui sangue per ristabilire i sacri e inviolabili (puntualmente violentati, si capisce) diritti dell’uomo calpestati dal Cattivo di turno.

602-408-20140304_094342_B4864331In questa giornata “referendaria” il punto di vista geopolitico, che è il punto di vista del dominio sociale capitalistico, della conservazione dello status quo sociale (che molti “rivoluzionari” di destra e di sinistra confondono con lo status quo geopolitico), chiama l’opinione pubblica mondiale a schierarsi pro o contro la Russia, pro o contro Kiev, pro o contro i fascisti, pro o contro gli stalinisti (altro che “comunisti nostalgici”!) basati in Crimea, pro o contro l’Europa (che, geopoliticamente parlando, è una mera espressione geografica), pro o contro gli Stati Uniti, e via di seguito.  Il punto di vista di classe (o umano, come piace chiamarlo a chi scrive), ossia la prospettiva che cerca di cogliere la possibilità dell’emancipazione universale degli individui a partire dal cattivissimo presente, invita invece il pensiero a non lasciarsi irreggimentare in una delle miserabili tifoserie che siedono nello stesso stadio e applaudono lo stesso gioco. Credetemi, già solo questo sforzo concettuale ha una pregnanza pratica, una concretezza politica, che le mosche cocchiere che credono di “fare la storia” guidando il maligno cocchio del Dominio nemmeno sospettano.

ESSERE VLADIMIR PUTIN

FANTAPOLITICA!

HOLOMODOR!

ULTIM’ORA DALL’UCRAINA!

KIEV. ANCORA SANGUE A PIAZZA MAIDAN

L’UCRAINA E I SINISTRI PROFETI DI CASA NOSTRA

L’IMPERIALISMO ENERGETICO DELLA RUSSIA

L’UCRAINA DA LENIN A LUCIO CARACCIOLO

QUANDO UNA STATUA DI LENIN (O DI MARX) CADE

INTRIGO UCRAINO

11 pensieri su “DUE PAROLE SULLA CRIMEA

  1. E ancora i diritti: abolita la legge che tutelava le minoranze linguistiche, che avrebbero potuto fare i russi di Crimea? Cambiare lingua? E tutti gli altri, romeni, magiari, bulgari? Loro non li difende nessuno, eppure esistono. Sui quotidiani non se ne parla, ma il problema non cessa per questo di esistere.

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